re Alcino e della sua corte, nella quale Ulisse dà prova di destrezza", "Ulisse che racconta le sue avventure ad Alcino", "L'uccisione di Poliremo", "L'incontro fra Ulisse e la maga Circe", "Ulisse agl'inferi", "Il castigo di Giove perché Ulisse e compagni avevano ucciso e mangiato i buoi del Sole", "L'arrivo ad Itaca ed il duello con il mendicante Iro" e "Ulisse che, aiutato da Pallade, combatte ed uccide i Proci, i quali, in sua assenza, gli avevano usurpato la casa ed il potere". Passando ai peducci, troviamo rappresentati Pallade, Minerva ed undici figure femminili, che simboleggiano altrettante virtù, ritratte con strumenti musicali in diversi abbigliamenti ed attitudini.
     Le cinque porte del salone sono riquadrate in cornici di gesso decorato, che terminano, nella parte alta, con busti maschili e femminili, i quali a loro volta reggono l'ornamento trasversale.
     Il Castello non era molto conosciuto in Bergamo, perché ha lavorato soprattutto in altre città italiane e all'estero, dove è stato molto apprezzato. Tuttavia non ha eseguito solo gli affreschi della famiglia Lanzi nel Bergamasco, ma anche una "Battaglia" nella Cappella Colleoni, in seguito cancellata, una tavola con San Martino ed altri quattro santi nella chiesa di Caloziocorte e un "Cristo che porta la croce" sul muro esterno della chiesetta del Gesù alle Grazie in Bergamo, trasferito su tela per preservarne l'integrità.
     L'aspetto cupo del salone dedicato al Castello contrasta notevolmente con l'atmosfera ottocentesca che si respira nelle altre sale, più luminose e ricche di colori brillanti. Tra i numerosi artisti che hanno lasciato una loro impronta nel Palazzo della Provincia, meritano particolare attenzione il Calvi e Guadagnino Rota. La sala principale dell'appartamento del prefetto ha il plafone decorato con quattro grandi vedute di paesaggi italiani. Altri ambienti si distinguono per decorazioni di sapore vagamente pompeiano, che si alternano a paesaggi di montagna e di colline ricoperte di boschi.
     Passando al settore opposto, quello che ospita gli uffici dell'Amministrazione provinciale, per intenderci, non ci sono particolari affreschi. L'unico che merita di essere menzionato è quello contenuto nel plafone dello scalone d'accesso: il motivo è mitologico, con amorini svolazzanti fra nuvole e fiori. Giunti al primo piano, sulla sinistra, si trova la sala del Consiglio provinciale, priva di affreschi ma ornata con stucchi. Il plafond presenta delle corniciature dorate, mentre dodici lunette arricchiscono le pareti, rappresentando arti e mestieri per mezzo di una figura di donna. Completano l'arredamento quattro busti di insigni personaggi bergamaschi: Gaetano Donizzetti, Francesco Nullo, Michelangelo Merisi detto "il Caravaggio" e Torquato Tasso.

L'articolo è stato realizzato con l'ausilio del testo denominato:
PALAZZI NOBILI DI BERGAMO, autore FERRANTE.

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