Lo spazio lontano corrisponde all'idea di lontananza, ma in realtà tutto era presente dinnanzi agli occhi dei protagonisti, realtà oniriche, storie di vita vissute anche solo un attimo, personaggi inventati al punto che potrebbero essere uno dei suoi letttori.
     Borges ha voluto portare a compimento la sua carriera e la sua vita, la quale fine era prossima, con un ingraziamento, lasciando l'amaro in bocca solo a metà per chi, suo affezionato lettore, avrebbe potuto imparare ancora molto dalla infinita mente di questo pensatore del novecento.
     La moltitudine di metafore si intreccia con profonde concezioni di natura filosofica e teologica. Le radici affondano nei miti religiosi orientali per descrivere la contrapposizione tra caos e cosmos. Utilizza lo Shinto, figura divina molteplice e caotica che vaga per il mondo, riportando con questo caos un senso di ordine (cosmos) tra le persone incontrate. E ancora l'amore che sublima il corpo, evocando ogni storia passata, come accade in hymno, dove tutto pare esistere per un semplice bacio ricevuto. In "elegia" appare invece un amore come rimpianto, dove la rosa metafora della felicità di tutti non compare. Con una poesia priva di canoni estetici, ma con grande stile, Borges sogna e scrive per creare il mondo come sogno dell'anima. Tutto appare dopo la poesia, il mondo in costruzione è opera immaginaria e stilistica al punto che in una poesia tutto compare e prende forma nel momento stesso in cui viene scritto. Emozioni, parole musicali, esperienze personali, tutto nasce e cresce nella mente del lettore, che con forte coinvolgimento capisce ciò che crede. Leggere e farsi cullare da quest'opera è un'esperienza unica, che, come tutte le poesie, rimandano a momenti che pensavamo aver dimenticato.
                                Gabriele Antonietti

 

INNO

Questa mattina
c'è nell'aria l'incredibile fragranza
delle rose del Paradiso.
Sulla riva dell'Eufrate
Adamo scopre la freschezza dell'acqua.
Una pioggia d'oro cade dal cielo:
è l'amore di Giove.
Salta dal mare un pesce
e un uomo di Agrigento si ricorda
d'essere stato quel pesce.
Nella caverna che chiameranno Altamira
una mano senza volto traccia la curva
di un dorso di bisonte.
La lenta mano di Virgilio accarezza
la seta che portarono
dal regno dell'Imperatore Giallo
le carovane e le navi.
Il primo usignolo canta in Ungheria.
Gesù vede sulla moneta il profilo di Cesare.
Pitagora rivela ai suoi greci
che la forma del tempo è circolare.
In un'isola dell'Oceano
i levrieri d'argento inseguono i cervi d'oro.
Su un'incudine forgiano la spada
che sarà fedele a Sigurd.
Whitman canta a Manhattan.
Omero nasce in sette città.
Una donzella riesce a catturare
l'unicorno bianco.
Tutto il passato torna come un'onda
e quelle antiche cose sono qui
solo perché una donna ti ha baciato.

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Gabriele, Antonietti, Letteratura, Straniera, Jorge, Luis, Borges, La cifra, Jorge Luis Borges