Comoda la carta di credito prepagata delle Poste Italiane; se dovessero clonarcela, si sa di perdere solo quelle poche centinaia di Euro; peccato che il circuito Visa Electron è molto limitato. Così, dopo aver già compilato i numerosi moduli per effettuare un acquisto in internet, scoraggiati dall'idea di dover rifare tutto, estraiamo l'altra carta di credito, quella accettata da tutti e via. spariscono, insieme al sito internet, qualche migliaio di Euro dal conto corrente per aggiungersi agli altri milioni già rubati con altrettante truffe simili. Sto parlando di un fenomeno che a fine anno ha colpito soprattutto Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, ma non ha risparmiato l'Europa.
Quando nacque l'e-commerce, esplose subito il fenomeno delle carte di credito clonate attraverso gli acquisti effettuati sul Web; in seguito, i sistemi di sicurezza hanno reso abbastanza protetto l'utilizzo della carta di credito on-line. Oggi il fenomeno ha segnato un calo non indifferente, ma solo per l'acquisizione illegale dei numeri delle carte; tuttavia, qualcuno si deve essere chiesto, perché sprecare tutte queste risorse nel modificare i siti internet o i PC in rete all'insaputa dei proprietari, nel primo caso, e degli utenti, nel secondo, al fine di leggere numeri e date per clonare carte di credito, quando si può creare direttamente un sito internet nel quale l'utente può regalarci i dati che servono con estrema facilità? Qualcuno ci ha pensato, altri lo hanno fatto, investendo ingenti capitali in una truffa che, su 27.000.000 di domini internet (per dominio si intende un nome di dominio come
www.infobergamo.it , recentemente acquistato da Gpvava.com), ne ha centrati ben un milione. Il colpo più clamoroso è andato a segno proprio a danno dei Web Designer e, di riflesso, dei provider (coloro che gestiscono i domini). Praticamente, sono stati creati dei siti internet che offrivano apparentemente dei servizi veri e proprio, come il trasferimento di un dominio da un gestore all'altro o l'acquisizione di un nuovo indirizzo; il fine, invece, era quello di archiviare i dati delle carte di credito utilizzate per il rinnovo fittizio o per far comprare un servizio inesistente.
Cogliendo l'annuncio dell'arrivo sul mercato di nuove estensioni per domini come ".us" ed ".eu" (come dire .com o .it), ma non ancora abilitate, i truffatori hanno investito bene il loro ingegno malsano, tanto più che il mezzo pubblicitario è stato lo spamming mirato ai possessori dei vari domini (questi dati sono pubblici e reperibili da chiunque nel database Whois n.d.r.). Attenzione però, questo tipo di truffa non è stato e non è limitato a questi casi specifici. Un giorno potreste comprare delle cartucce per stampante via Web in un dominio che, ad un certo punto, si volatilizza con tutto il malloppo ed il colmo è che i truffatori non sono rintracciabili. Occhi aperti dunque..