Le uova sono state per anni bistrattate, reputate ingiustamente di dare problemi al fegato e di contenere quantità elevate di colesterolo, ma non è proprio così. Tanto per cominciare in natura non esiste un alimento davvero completo, nel quale siano presenti tutti i tipi di nutrienti, ma l'uovo di gallina, così come il latte, si avvicinano molto a quest'ideale. Gli unici elementi che gli mancano sono i carboidrati; pensate che il loro apporto nutritivo globale è maggiore di quello delle bistecche. Inoltre, il valore delle sue proteine è davvero notevole, nonostante ne contenga meno della carne (13 contro 20 circa), le sue possono essere considerate di qualità superiore perché vengono meglio assorbite dall'organismo grazie alle presenza di due aminoacidi, la lisina e la metionina. Questo aspetto permette all'uovo di avere un più alto valore biologico; ad esempio, su 100 proteine ne assimiliamo ben 93,7, contro 73 se provenienti da carne bovina, 76 dal pesce ed 84,5 dal latte.
L'interno dell'uovo contiene sostanze come minerali, ferro, calcio, fosforo e grassi insaturi, oltre a molte vitamine. È, insomma, un concentrato di parti nutritive importanti per la nostra salute e non va per nulla bandito dalla dieta, bensì, come tutti gli alimenti, consumato nelle giuste quantità, senza eccessi. Una persona sana può tranquillamente mangiare un uovo ogni due giorni, ma attenzione, quest'alimento è consumato anche sotto altre forme, nascosto in molte preparazioni e prodotti: biscotti, polpettoni, dolci, maionese, etc. Per tranquillità considerate di poter arrivare a due-tre uova a settimana. Chi ha il colesterolo alto può ridurre le dosi ad un uovo ogni tre o quattro giorni. Considerate che il colesterolo è contenuto soltanto nel tuorlo, perciò via libera al consumo di albumi; per preparare la frittata si possono ad esempio usare due albumi ed un solo tuorlo, così risulterà più alta, soffice e sana.
Spesso si sente dire che l'uovo è difficile da digerire; niente di più falso, pensate che per digerire un uovo sodo ci vuole la metà del tempo impiegato per assimilare una bistecca ai ferri da un etto. È altresì vero che, come per tutti gli alimenti, una cottura più leggera è sempre da preferirsi, quindi anziché mangiare le uova fritte, è senz'altro meglio consumarle previa una cottura veloce, con pochi grassi o senza. L'ideale è la classica preparazione alla "coque", cioè leggermente bollite; la cottura garantisce, inoltre, la disponibilità della vitamina B1 e di altre sostanze che non verrebbero assorbite se consumate "a crudo".
Sulle uova è indicata la data di confezionamento, che in genere avviene al massimo dopo due giorni dalla deposizione, ed anche la data di scadenza, ma spesso quando poi si ripongono nel frigo, nell'apposito vano non ci si ricorda più di quest'ultima informazione; nessun problema, basta ricordarsi di consumarle entro tre settimane circa dalla data di confezionamento che solitamente è stampata con inchiostro alimentare sul guscio. Ricordatevi infine che l'uovo in frigorifero va riposto separato dagli altri cibi, per evitare la loro contaminazione da parte di eventuali microrganismi presenti sul guscio.