Lugano", ha realizzato la tela centrale raffigurante "S. Bartolomeo che risana lo storpio". Gli ovali laterali e quello alla sommità della cappella sono di Giuseppe Antonio Orelli e raffigurano "S. Bartolomeo davanti al tiranno", "Il Martirio di S. Bartolomeo" e la "Gloria di S. Bartolomeo". Passando ora alle cappelle di sinistra, iniziando dalla quinta, ovvero di rimpetto a quella di S. Bartolomeo, troviamo, non a caso, quella dedicata a S. Stefano, il primo martire della Cristianità, raffigurato su tela durante il martirio da Francesco Capella. Anche gli ovali presenti qui sono di Orelli. Papa S. Pio V è il soggetto della quarta cappella, interamente dipinta da Giorgio Anselmi, il quale ha realizzato anche altre opere delle cappelle di destra. Il pittore bergamasco Enea Salmeggia, detto il "Talpino", ha raffigurato S. Domenico nella tela centrale della terza cappella, raffigurante nella pala d'altare "Gesù bambino benedicente in gloria", ad opera di Giuseppe Brina. Infine, la prima cappella è dedicata a S. Giuseppe, rappresentato nello "Sposalizio della Vergine" ad opera di Mauro Picenardi, cremonese.
     Nel presbiterio, al centro dell'abside, si trova uno dei capolavori di Lorenzo Lotto, chiamato "Pala Martinengo", in quanto fu il nobile Alessandro Martinengo Colleoni, nipote e figlio adottivo di Bartolomeo Colleoni, a commissionare quest'opera nel 1513, per farne dono ai Domenicani. Il grandioso dipinto, in origine molto più ampio poi smembrato a causa degli spostamenti dell'Ordine dei Domenicani imposti dagli eventi politici della città, raffigura la "Incoronazione della beata Vergine e la gloria dei Santi". Di particolare interesse sono le figure del dipinto, tutte riconducibili alla storia dei Domenicani, al committente ed alla Repubblica Serenissima, alla quale i Colleoni erano particolarmente legati.
     In conclusione a questo meraviglioso viaggio negli affreschi e nelle opere dedicati ai Domenicani, non si può evitare di menzionare le Tarsie di Fra Damiano Zambelli, inserite nel coro ligneo costituito da trentatre stalli. Furono recuperate dalla Chiesa di S. Stefano prima che venisse demolita, dove risiedevano i Domenicani nel periodo antecedente al loro trasferimento nel "Prato di S. Alessandro". Anche le Tarsie sono state commissionate dal Colleoni e rappresentano un reperto storico di grande valore culturale per l'Ordine dei Domenicani; per quanto non abbiano un filo conduttore fra loro, ognuna costituisce un momento importante della religiosità cristiana, dal Vecchio al Nuovo Testamento, fino a toccare luoghi simbolo da Piazza Vecchia di Bergamo al Campiello di Venezia, dal Castello Colleonesco di Malpaga alla Loggia di Brescia.
     Il nostro invito è quello di inserire la Chiesa di S. Bartolomeo e S. Stefano nel vostro itinerario turistico in Bergamo, come piccola deviazione recandosi in Città Alta, la meta di quasi tutti i turisti.

L'articolo è stato realizzato con l'ausilio del testo denominato:
"LA CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E STEFANO" di Silvava de Paolis Gibelli

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