Vittorio Emanuele è rappresentato in piedi, con mantello, fregi e spada. L'opera è curata nei dettagli, soprattutto quelli del viso, così come vogliono le correnti Verista e Classicista, anche se, nella rappresentazione, conserva quell'innato rispetto nei confronti delle massime cariche politiche: il volto, lo sguardo, sono stati scolpiti conservandone la fierezza e l'orgoglio, il corpo è leggermente proteso in avanti, eretto, esprime vigore, forza, sicurezza, ma sia i lineamenti che l'intera struttura fisica sono stati snelliti rispetto all'originale proprio in segno di rispetto, perché era costume rappresentare le personalità politiche, correggendone lievemente i possibili difetti. La statua di Vittorio Emanuele II non compare in molte guide turistiche e non sembra essere una delle mete più "gettonate" durante le visite a Bergamo, ma si tratta sicuramente di un'opera degna di nota, sia da un punto di vista puramente artistico, come esempio di più stili che si incontrano e si fondono mantenendo comunque un'armonia visiva nel risultato finale, sia da un punto di vista culturale, rappresentando una piccola "fetta" della storia personale di una città e del suo desiderio di omaggiare quel sovrano, che la storia ricorda come il "re galantuomo".
L'articolo è stato realizzato con l'ausilio del testo denominato:
MONUMENTI E COLONNE DI BERGAMO, autore GUALANDRIS (1976).