L'infinita capacità sintetica ed esplicativa di Oscar Wilde, del quale avevo già proposto "Il ritratto di Dorian Gray", si ritrova in maniera prorompente in quest'opera. Tutto quanto presente all'interno di questo libro è opera di Wilde; si tratta di una completa raccolta di piccoli aneddoti, freddure e pensieri del grande autore dell' Inghilterra Vittoriana.
L'operazione di raccolta è però frutto del lavoro di un nostro contemporaneo. Il curatore dell'opera ha separato tutti gli aforismi in trenta piccoli capitoli che spaziano dalle abitudini umane alle considerazioni sul mondo di allora, nonché vizi, virtù, religione, vita e tutto quanto l'autore esteta pensasse riguardo alla politica del suo tempo. Notoriamente una persona contro corrente, vittima di persecuzioni a causa dei propri gusti sessuali ed atteggiamenti stravaganti, Wilde conforta chiunque sia o si senta rinchiuso in un Mondo o in realtà estranee alle proprie declinazioni, ma, soprattutto, elargisce con sagacia consigli e rimproveri ad hoc. Sicuramente molte frasi sono già note a tutti, proprio perché di grande diffusione in molti frangenti della vita di ognuno. Tra le più importanti ricordo: "So resistere a tutto tranne che alle tentazioni".
Come già sappiamo l'Arte ricopriva un ruolo primario nella vita di Wilde e questa sua devozione traspare attraverso ogni riga dell'opera, la quale altro non è che una raccolta per argomento di trent'anni di attività letteraria ed intellettuale. Le cronache di allora hanno visto Wilde come uno dei personaggi più in vista e l'hanno decretato uno dei maggiori riformatori della società inglese agli occhi dei posteri.
Ciò che tuttavia manca a quest'opera è la presenza di contesti reali in cui queste massime ed aforismi possano realizzarsi ed acquisire una dimensione rappresentativa, ma non si può chiedere tutto questo ad una raccolta intenzionata ad essere un mezzo in grado di allietare lettori ed illustrare parte dell' attività di Wilde e non si può chiedere ad una raccolta di aforismi di essere grande quanto le opere dalle quali questi aforismi sono tratti. Questa operazione condensa il lungo lavoro dell'artista britannico, maestro della semplicità e dell'eleganza nel linguaggio. Grazie anche a questa sua abilità Wilde fu un ottimo sceneggiatore di teatro ed è stato il mezzo per molti stranieri per avvicinarsi piacevolmente alla lingua inglese. Sicuramente piacerà a chi si accosterà per la prima volta a Wilde e sarà motivo di ulteriore indagini sul lettore per chi conosce alcune opere dell'autore e da questo testo-raccolta riuscirà a comprendere maggiormente il perché delle divisioni e delle parole del testo.
Auguro a tutti una buona lettura e buone vacanze, lasciandovi con due aforismi nei quali molti si identificheranno:
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"Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo"
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"Sono sempre stato dell'opinione che lo sgobbare sia semplicemente un paravento per chi in realtà non ha assolutamente niente da fare" Gabriele Antonietti
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