IL MONDO TENDE A RIPETERSI, NONOSTANTE I CONSIGLI DEI SAGGI
                                              di Gaudenzio Rovaris

     In questi giorni una trasmissione televisiva presentata da un giovane giornalista, Roberto Poletti, sta trasmettendo a ruota libera gli interventi del pubblico che appare esasperato dalla notizia dell'"...adeguamento retroattivo" dei rimborsi per le spese elettorali dei partiti, votata dai parlamentari di tutti i partiti alla faccia dei poveri cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese e vedono aumentare il costo della vita senza il minimo "...adeguamento" dei loro salari... La rabbia degli interventi è veramente traboccante anche nell'uso di termini poco civili. Qualcuno però ricorda che il mondo tende a ripetersi nonostante i consigli dei saggi e le voci del popolo.. Alcuni proverbi, che, secondo il detto popolare piemontese "J proverbi a sun nà prima di j liber", sono nati prima dei libri, diventano significativi: dal latino "est modus in rebus" al bergamasco "a spöl robà, ma onestament" o alla affermazione popolare circa la difficoltà di restare a "mani pulite" per un politico: "andà in cumu l'è come 'nda a la ca' del diaol".
     La storia ci insegna che il potere ha sempre allungato le sue mani sul bene di tutti, che la politica è stata sempre additata come un'attività sporca (politica, secondo il Giamboni -sec XIII-, è l'arte di governare i popoli, ma anche modo astuto per arrivare al proprio interesse, secondo Buonarroti il Giovane -sec XVI-), che anche i moralizzatori al lato pratico non rifiutano gli adeguamenti... e che, quando lo fanno, li "congelano" in attesa di restituirli; ma quando e con quale pubblicità?
     La saggezza umbra ricorda " chi mitía e chi trebbiaa"..., tutti si danno da fare, ed ancora "consijo de volpe stirbizione de galline..", consiglio di volpi equivale a stragi di galline, secondo cui i poveracci potrebbero essere assimilati alle galline...
     La grandezza della repubblica romana ci ha però presentato la figura di un Cincinnato (nome risalente al ricciolo trascurato, simbolo della semplicità del contadino chiamato a lottare contro gli Equi, nemici della città di Roma...), che, esaurito il suo compito, ha preferito tornare al suo campicello al continuare ad usufruire del potere dittatoriale che gli sarebbe stato consentito per almeno sei mesi. Nei tempi d'oro di Roma il "cursus honorum", la carriera politica, era prestata gratuitamente (...anche se poi il ritorno di immagine e di eventuali governatorati post carica nelle province non erano di poco conto...) ed era un onore che solo nella decadenza degli homines novi (gli arricchiti, appartenenti per lo più al ceto dei cavalieri, i quali avevano fatto fortuna durante le campagne militari, nei traffici più o meno leciti), dei Mario, dei Silla e delle guerre civili aveva lasciato il posto ad avventurieri come Catilina, il quale, secondo Cicerone, desiderava il disordine politico per recuperare il patrimonio che aveva sperperato; per dirla nuovamente con il linguaggio popolare, cercava di rimestare il fango nella convinzione che qualcosa resta attaccato...
     Credo che sia difficile resistere alle offerte di guadagni facili, ma penso anche che i cittadini che continuano a lamentarsi dovrebbero forse provare ad impegnarsi in prima persona, a lottare anche contro i mulini a vento, a provare a cambiare qualcosa...
     Ma, in questo caso, sarebbero veramente capaci di conservare le mani pulite?

 
 
 
 
 
   
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