"Era poco prima della caduta del muro di Berlino, nel 1989 appunto, quando cominciai a dedicarmi alla politica. Allora facevo parte del gruppo F.d.G. (Fronte della Gioventù) in un Liceo della mia lontana Puglia. Ricordo con quale fatica riuscivamo a portare il nostro messaggio politico, la nostra voce all'attenzione di tutti, dato che, in mancanza di fondi economici, ci stampavamo a mano i volantini che distribuivamo dappertutto e che male al braccio dopo intere mezzore a girare quella manovella che posava l'inchiostro su quei fogli di carta pretagliati, naturalmente sempre a mano".
Ricorda così il suo primo approccio alla politica, quasi 15 anni fa, Francesco Albanese, il quale allora non aveva ancora proprio le idee chiare al riguardo. Oggi, invece, si definisce con orgoglio un Anarchico di destra, ma sostiene che il mondo politico contemporaneo è cambiato in peggio. "Se associassimo alle forze politiche due colori a caso, il bianco alla destra ed io nero alla sinistra, saremmo tutti concordi che per passare da un colore all'altro ci sono un'infinità di sfumature. Così era il pensiero della gente in ambito politico una volta e così dovrebbe esserlo anche oggi, ma la realtà è che la politica si è adeguata ai ritmi ultrafrenetici della vita moderna, dove non c'è tempo da perdere, nella quale si deve decidere sempre in fretta, in cui le sfumature non sono più permesse. Il popolo, oggi, preferisce associare azioni e pensieri o a destra o a sinistra, per distogliere l'attenzione rapidamente e passare ad un altro problema", sostiene.
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