Anche se la corteccia cingolata anteriore è una vecchia conoscenza dei neurologi, la scoperta è importantissima in campo medico, in quanto utile nella cura dei principali disturbi del comportamento. Si è osservato che negli individui affetti da schizofrenia o da disturbi ossessivi-compulsivi, la stessa risulta anatomicamente diversa rispetto ai soggetti sani, quindi la sua funzionalità potrebbe essere parzialmente compromessa. Nella vita quotidiana, in caso di anomalie nell'ambiente intorno a noi o durante certi nostri comportamenti potenzialmente pericolosi, il cervello ci suggerisce di cambiare atteggiamento per sfuggire ai rischi. Quando si verificano delle alterazioni in quest'area, le persone malate non percepiscono il pericolo e possono andare incontro a comportamenti non normali, come nel caso della schizofrenia, lasciando che l'individuo agisca sotto l'impulso di istinti sbagliati, dannosi, dai quali potrebbero scaturire anche atti criminosi. Se il campanello d'allarme è ripetuto in maniera costante invece, le persone vedono pericolo anche dove non esiste, come nel caso degli individui affetti da disturbi ossessivi-compulsivi.
Gli esperti, i quali stanno studiando questa parte del nostro cervello, sono convinti che possa essere allenata tramite i comuni esercizi stimolanti della memoria o attraverso le tecniche di visualizzazione di particolari situazioni. Infatti, trattandosi di un fascio di fibre nervose, le stesse sono soggette a degenerazione nel corso degli anni. Questo spiega il fatto che, per esempio, gli anziani siano maggiormente vulnerabili ai truffatori rispetto ai giovani. Il loro sesto senso è appannato e non sono all'erta in situazioni di pericolo. È stato dimostrato inoltre che nel cervello femminile la corteccia cingolata anteriore è più estesa e che viene costantemente stimolata dagli ormoni femminili, gli estrogeni. Tali prove avallano, da un punto di vista psichico, la credenza popolare secondo la quale le donne siano notoriamente più intuitive degli uomini, dimostrando tanto più una maggiore sensibilità.
La comunicazione chimica fra i due emisferi da sola non basta, deve essere supportata dalla nostra memoria, che conserva le nostre esperienze quotidiane, dalle più banali alle più significative, i nostri sentimenti, tutto ciò che vediamo o sentiamo, tutto quello che cattura la nostra attenzione, tutto quanto insomma viene valutato dai due emisferi, sia dal punto di vista chimico che dal punto di vista emotivo. Tutto si mescola, come in un magico laboratorio alchemico dove memoria, pensieri, immagini e sentimenti producono magia, premonizioni e chiaroveggenza.