allenarsi nella navigazione per affinare le capacità di orientamento; quest'anno, tuttavia, ho avuto la fortuna di poter effettuare qualche prova in Tunisia." La preparazione, quindi, deve essere affidata a mani esperte; ti avvali anche della fisioterapia? "Personalmente non la utilizzo, sono un motociclista 'alla vecchia'; molti miei colleghi piloti invece la considerano parte integrante della preparazione atletica quanto in caso di infortuni. La fisioterapia aiuta molto, soprattutto per riprendere la condizione fisica perduta; ovviamente il buon esito dipende anche dalla condizione psicologica del singolo. L'enduro è uno sport che richiede di essere piloti ed atleti nello stesso tempo più che in altre discipline e spesso questi due aspetti si compensano a vicenda."

     Vediamo se riusciamo ad innescare una piccola polemica. L'enduro, a differenza delle gare di velocità, è un po' "bistrattato" dai media: eccetto gli appassionati, pochi seguono i campionati di questa specialità, le cui prove sono pressoché ignorate dalla televisione.

Come mai secondo te? Sorriso sornione di Giò, che con un gesto eloquente risponde: "Soldi! Tutta questione di soldi! Nell'enduro non ne girano molti: i piloti corrono per passione, non per guadagnare, e questo rende tale sport più 'sano' rispetto a tanti altri dove gli interessi degli sponsor la fanno da padroni. Nella MotoGP i media contribuiscono a creare dei personaggi; in questo senso, sono stato fortunato: anch'io lo sono diventato, nel mio piccolo, e posso contare sul tifo di numerosi appassionati." Quindi, uno sport a misura d'uomo. "Sì; siamo esseri umani, non siamo inavvicinabili come Rossi o Biaggi. C'è un rapporto più diretto e confidenziale con il pubblico, credo che questa sia una cosa molto positiva e per me personalmente molto bella." Noi non possiamo fare altro che confermarlo: oltre ad essere un grande campione, Giò è una persona squisita e noi, da appassionati quali siamo, gli auguriamo di continuare ad entusiasmarci con le sue vittorie!