Finalmente siamo stati contattati dal Comandante Ciliano della Polizia Locale. Di primo acchito non si è scomposto; per quanto avessimo chiarito che non ci interessa lo scoop, non si è sbilanciato. Dopo qualche insistenza ci ha concesso alcune battute, confermando sostanzialmente che il soggetto e l'azienda responsabili del disastro ecologico sono stati individuati e le indagini si avviano alla conclusione. Solitamente nell'arco di due mesi la questione viene chiusa, nel caso si riesca ad individuare l'inquinatore. Per questo tipo di reato la situazione è molto delicata già in partenza, sostiene Ciliano, in quanto è molto difficile individuare il malfattore. Gli scarichi abusivi, infatti, vengono spesso immessi nel fiume con l'ausilio di autobotti, lontano dall'azienda colpevole, rendendo così difficoltoso individuare responsabili, punti di riverso e danni effettivi. Serve la collaborazione della gente che deve segnalare alla polizia qualunque tipo di azione sospetta ai danni dell'ecosistema. Abbiamo infine chiesto al Comandante se, parere personale, sia d'accordo con Moroni, il quale sostiene che la legge non punisce a dovere gli inquinatori e soprattutto non permette una corretta determinazione del danno ambientale: lui, giustamente, non esprime un giudizio al riguardo.
Ad oggi il nome del responsabile dei gravi episodi di inquinamento ai danni del fiume Serio non è stato ancora reso noto dalle forze dell'ordine; auspichiamo che giustizia sia fatta e che questi eventi facciano riflettere quanti ancora non avessero compreso appieno la gravità delle conseguenze di un indiscriminato sfruttamento della natura.
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