un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce e, considerato il più importante, dal titolo "Elettrodinamica dei corpi in movimento", la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta, frutto di un lungo e attento studio della meccanica classica di Isaac Newton, delle modalità dell'interazione fra radiazione e materia e delle caratteristiche dei fenomeni fisici osservati in sistemi in moto relativo l'uno rispetto all'altro. Proprio quest'ultimo gli valse in seguito il premio Nobel per la Fisica nel 1921. Nel 1916 invece pubblica la memoria: "I fondamenti della teoria della Relatività generale", frutto di oltre dieci anni di studio. Questo lavoro è considerato dal fisico stesso il suo maggior
contributo scientifico e si inserisce nella sua ricerca rivolta alla geometrizzazione della fisica.
Albert Einstein fu uno dei pochi personaggi rilevanti che si oppose alle ideologie di Hitler, subendo per questo minacce ed attacchi, fu quindi costretto ad emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime
nazista egli rinunciò alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse, in accordo con molti altri fisici, una lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. La lettera segnò l'inizio dei piani per la costruzione dell'arma nucleare. Chiaramente l'intento fu quello di realizzarla prima dei tedeschi, i quali avrebbero rappresentato una minaccia per il mondo intero. Einstein ovviamente disprezzava profondamente la violenza e, conclusi quei terribili anni, s'impegnò attivamente contro la guerra e le persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Più volte, poi, ribadì la necessità che gli intellettuali di ogni paese fossero disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a fini pacifici.
«Chiunque consideri la propria e l'altrui vita come priva di significato è non soltanto infelice ma appena degno di vivere.»
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