Si è aperta alla Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo un interessante esposizione con cento opere di artisti moderni e contemporanei, eterogenee per provenienza e per cultura di appartenenza. Articolata in 11 diverse sezioni, la mostra scandaglia il tema della libertà in tutte le sue espressioni e lo fa partendo da Picasso attraverso Warhol per giungere all'onnipresente e attualissimo Cattelan.
Nel 60° anno della liberazione la mostra di queste opere ci offre la possibilità di vedere come diversi artisti hanno interpretato la libertà in tutte le sue manifestazioni e sfaccettature nel corso del novecento attraverso tecniche diverse: pittura, fotografia, video, installazioni, cinema e musica. I curatori della mostra sono Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, ciascuna sezione è introdotta da un contributo di esperti in varie discipline: Popoli di tutto il mondo unitevi Franco Farinelli (geografo); Degenerare-Generare Giorgio Galli (storico); Ostaggi Ugo Morelli (psicologo); Attenti! Carlo Jean (Generale docente alla Luiss); Trincea dell'esistenza Eugenio Borgna (psichiatra); La Rivoluzione Siamo Noi Enzo Rutigliano (sociologo); Protesta Tommaso Pincio (scrittore); Nel nome del Padre Mauro Ceruti (filosofo) e Giuseppe Fornari (filosofo); Il Bel Paese Roberto di Caro (giornalista); Ossessione della Storia Brunella Antomarini (filosofo); Orizzonte del fututro Achille Bonito Oliva (critico d'arte), quest'ultima sezione sarà ospitata al Palazzo della Ragione a partire dal 25 Ottobre. Ogni sezione è inoltre arricchita dal contributo di scritti di vari autori a disposizione del visitatore: tra gli altri Pessoa, Pasolini, Brecht, Quasimodo.
Tra le undici sezioni segnalerei quella: Il Bel Paese che rivolge l'attenzione proprio all'Italia, in particolare le opere di Luciano Fabro e Maurizio Cattelan appaiono tanto feroci quanto immediate nella immagine che ci restituiscono del nostro (bel) paese. " War is over if you want it" , così scuotevano appunto le coscienze Yoko Ono e John Lennon nel 1969 con il manifesto omonimo affisso in 12 città del mondo nelle rispettive lingue in opposizione alla guerra del Vietnam, presente nella sezione La Rivoluzione Siamo Noi.
Oggi quell'epitaffio è ancora attualissimo, le cronache sono piene di guerre per niente finite anzi appena iniziate e non sempre trasmesse in diretta televisiva, anzi le peggiori sono proprio quelle di cui non si parla mai. Certo, il tema è di quelli facili e dagli unanimi consensi: la liberazione, il 60° anniversario, la libertà dell'individuo, il contributo dell'artista alla società civile, il superamento delle nefaste ideologie rosso-nere che hanno pesantemente condizionato il nostro giudizio sul novecento; la mostra induce comunque alla riflessione e non è poco di questi tempi grami di grande fratello e isole dei più o meno famosi.
Durante l'apertura della mostra sono previsti una rassegna cinematografica in collaborazione con il Lab 80 ed un ciclo di conferenze proposti al fine di affrontare il tema in maniera multidisciplinare.
Per maggiori dettagli e informazioni vi invito a visitare il sito www.gamec.it .
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