Innanzitutto, l'aeroporto che per scelta o per necessità è stato forzatamente inserito (nonostante il tentativo di scippo già perpetrato da Venezia e Verona) nel sistema aeroportuale milanese che comprende gli scali di Malpensa, Linate ed appunto Orio - opera sotto il nome di Milano Orio al Serio, fa ipotizzare una futuribile logica di riordino del traffico; lo scalo orobico potrebbe essere il primo ad essere sacrificato a favore dei due maggiori aeroporti milanesi, salvo rivoluzionarie scelte gestionali, che personalmente reputo assai improbabili. Nel frattempo la SACBO del vate Ilario Testa si gongola coccolando i suoi vettori a basso costo, che solcano con le loro colorate livree i cieli delle Prealpi ed accogliendo i numerosi voli charter soprattutto in coincidenza dei canonici esodi e delle tradizionali festività. Questa soluzione, sebbene fino ad oggi produttiva ed incontestabile, credo non possa prescindere dall'andamento del mercato dei voli a basso costo, contesto che gli analisti e gli operatori del settore hanno già esaminato nel medio termine, traendone conclusioni non proprio rosee.
     La sopravvivenza delle società aeree che si rivolgono a questa operazione commerciale è circoscritta nel tempo se è vero che tra qualche anno i costi operativi saranno tali che solo un paio di compagnie saranno in grado di mantenere il controllo dello specifico settore. In questo fosco quanto non improbabile scenario è di qualche settimana fa la notizia della formale rinuncia, da parte della società di gestione aeroportuale, del Cargo Center, ovvero di quell'importante complesso che avrebbe dovuto fungere da catalizzatore dell'intera area di gestione delle merci, vera e sottostimata ricchezza dello scalo orobico. È utile rammentare che Orio al Serio fondava e fonda la sua principale risorsa anche sull'esistenza delle tratte commerciali e postali assegnate alla DHL, alla UPS e ad altre compagnie minori che sviluppano un traffico di poco inferiore a quello prodotto dal colosso Malpensa. La rinuncia al Cargo Center a beneficio del solito Montichiari conferma i timori di cui sopra e genera non poche perplessità considerato che, nel medio termine, l'aeroporto bresciano potrebbe davvero ambire al salto di qualità e diventare, come da più parti sussurrato, l'hub lombardo alternativo a Malpensa.
     Reputo, pur nella mia limitata conoscenza delle problematiche connesse alla mobilità aerea, che la strategia di fondare unicamente lo sviluppo dello scalo sull'attuale tipologia dei voli offerti, possa alla lunga risultare una mossa controproducente. Il mercato dei voli a basso costo, alimentato da una crisi del settore e da un'economia rallentata, può costituire soluzione ottimale ma transitoria, destinata nel tempo ad assestarsi, imponendo politiche correttive che ridisegneranno alleanze, strategie, opportunità ed interessi potezialmente incompatibili con la situazione attuale. Orio al Serio nasce, sia per vocazione che per accessibilità logistica, come aeroporto commerciale e la rinuncia a tale risorsa, avallata da un numero sempre maggiore di merci trasportate, rischia di compromettere la sopravvivenza dello scalo o, quantomeno, di generare un suo significativo ridimensionamento qualora dovessero mutare offerte e prospettive di mercato legate alla mobilità dei passeggeri.

      pagina 02 di 02
 
 
 
 
 
         
     
   
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Modilità, Aeroporto, Orio al Serio, Orio, Gandalf, Ryanair, Sacbo, Malpensa, Linate, Montichiari