Credo che la presenza tra i nostri figli di ragazzi provenienti da altre culture non debba essere motivo di trascurare la nostra, non considerandola migliore o unica, ma occasione per favorire uno scambio e scoprire come, al di là delle diverse manifestazioni e dei diversi linguaggi, ci sia un patrimonio comune di affetti e valori. D'altra parte il ricordare lo stile di vita dei nostri nonni non è solo un gesto di affetto nei loro confronti, è promuovere la capacità di ricostruire il passato, di salvare le tradizioni (che tristezza il tentativo di "..uccidere il Natale" per non offendere le altre culture, ad esempio!), portare i giovani ad un livello sempre maggiore di consapevolezza dei vari mutamenti della lingua italiana, con riferimenti alla conoscenza di termini dialettali, per rilevarne l'assonanza con l'italiano, o sottolineando espressioni proprie del dialetto.
Sono spunti tratti da una premessa di Insegnanti di una classe terza elementare alla presentazione di uno di questi progetti di recupero di tradizioni che mi sono servite anche per una riflessione personale. Chi di noi di una certa età può dimenticare le lunghe sere invernali, le storie delle nostre nonne, i momenti di "socializzazione" nelle "corti" "sfogliando" il granoturco, la civiltà contadina con i suoi valori, le sue tradizioni, i suoi sapori, le sue ricette povere, tradotti con tanta intensità da Olmi ne "L'albero degli zoccoli"? Lungi da me il voler esprimere una posizione politica di qualche anno fa o di voler essere razzista o poco aperto alle tradizioni altrui; credo che noi genitori, se sapessimo ricordare ai nostri figli quei camini, quelle stufe, quelle stanze fredde, quegli "zoccoli", quei sacrifici, quei valori..., assolveremmo in modo certamente migliore al nostro compito piuttosto che offrendo televisioni, videogiochi, discoteche, motorini, le ultime griffes e... tanta solitudine. Solo riacquistando certi valori miglioreremo anche nel rispetto di chi è venuto nelle nostre comunità ed ha trovato rispetto, ospitalità, lavoro. Credo che anche i loro figli, conoscendo le nostre tradizioni, non dimenticando le loro magari portandocene a conoscenza, e la fatica di chi ha saputo produrre un mondo in certo qual modo più facile per i propri figli ed ora anche per loro, potranno capirci meglio e integrarsi più facilmente.