INSUCCESSI SCOLASTICI? Attenzione alla scelta dei corsi di recupero
                                              di Gaudenzio Rovaris

     La saggezza popolare lascia il posto, questo mese, alle considerazioni di un vecchio professore... Siamo alla fine della scuola e come ogni anno molte famiglie si trovano ad affrontare le problematiche psicologiche e di ri-orientamento conseguenti ad insuccessi scolastici. Spesso il giovane si accorge di aver sbagliato indirizzo di studio, di non aver avuto dalla scuola scelta quanto desiderava, di trovarsi in classi da anonimo dato il numero dei suoi componenti, di non essere compreso dai suoi insegnanti, i docenti stessi non sono soddisfatti delle riforme, hanno gratificazioni professionali ed economiche poco incentivanti... Il risultato è che le bocciature sono ancora in una percentuale piuttosto alta e non sempre coincidono con lo scarso impegno dello studente; possono però essere la spia di una situazione di disagio e di devianze varie. L'insuccesso scolastico è fonte comunque di frustrazioni e spesso di abbandono dello studio. Abbandonare la scuola, oggi, non è una scelta vincente anche per poter avere qualche possibilità di successo nel mondo del lavoro che richiede sempre maggiori conoscenze e competenze. Nella mia lunga esperienza, ormai ultraquarantennale, nelle scuole statali e di recupero mi sono trovato a consolare, aiutare, consigliare psicologicamente prima i genitori dei figli.
     Le pubblicità di recuperi stratosferici e diplomi facili riempiono i muri delle nostre città; credo che sia molto importante informarsi accuratamente sulle offerte e sulle soluzioni proposte: ormai il titolo di studio è fondamentale, come lo era la licenza media qualche anno fa, ma ad un eventuale colloquio valutativo per un'assunzione è pure importante dimostrare che si hanno una preparazione e delle competenze, che solitamente oggi vengono fornite dal corso degli studi. Per i genitori interessati mi permetto di suggerire una specie di pista di verifica nella scelta dell'istituto di recupero:
  • attenzione a salti troppo azzardati (5 anni in 9 mesi... è logico?);
  • attenzione alle offerte standardizzate e non personalizzate;
  • il numero di allievi per classe ed il percorso didattico suggerito;
  • la possibilità di reinserimento in classi normali l'anno successivo;
  • l'esperienza nei corsi di recupero dell'Istituto sul territorio e la possibilità di informazioni dirette da chi lo ha già frequentato;
  • la presa d'atto ministeriale ed eventuali certificazioni di qualità (dovrebbero garantire una maggiore serietà);
  • docenti stabili;
  • orari di lezione e costi trasparenti, adeguati al servizio offerto;
  • chiarezza sulle sedi d'esame e sui costi degli stessi.
     Sono solo alcuni consigli, ma spesso permettono di non sbagliare ulteriormente nella scelta per il proprio figlio. La stessa impostazione può essere da guida per quei giovani lavoratori che, abbandonata la scuola, ora si pentono e vogliono conseguire un diploma.

 
 
 
 
 
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