Il direttore scientifico Giovanni Valagussa ha comunque spiegato: "il Comitato organizzatore aveva presentato richiesta di prestito, si è espresso il Consiglio di amministrazione: si è deciso per il no visto lo stato dell'opera. E il tutto risale ad almeno a Febbraio 2006. Peraltro, esiste una documentazione del Bollettino dell'Opificio Pietre dure di Firenze in cui è chiaramente articolata la situazione dell'opera, tempera su tela, che è in condizioni di conservazione e di fragilità tali per cui si raccomanda vivamente di evitarne trasferimenti. Oltretutto sulla possibilità di un restauro è ancora in fase di studio la modalità di eventuali interventi, quindi non si poteva neppure pensare a un restauro prima della mostra". Insomma, prestare il Mantegna sarebbe stato un rischio.
     Senza entrare nei dettagli tecnici che hanno determinato questa decisione mi piacerebbe che l'amministrazione di Bergamo finalmente decidesse di ridare slancio e dignità ad una Pinacoteca tra le più importanti d'Italia (e quindi del mondo) seconda solo ai grandi Musei italiani come Brera, Vaticani e Uffizi, trattata vergognosamente come una scuola media di periferia. Servono investimenti importanti e i soldi non ci sono, io rimango convinto che si possono fare anche progetti di lungo periodo per ristrutturare la Carrara, si deve considerare la ricaduta culturale e d'immagine che un intervento ambizioso di questo genere avrebbe sulla città stessa e nei rapporti di essa con il resto del mondo. Per adesso accontentiamoci del fatto che questa polemica abbia puntato la luce dei riflettori sulla nostra pinacoteca e regaliamo un plauso a chi ha saputo prontamente approfittare della situazione.
                                                                 cristiano.calori@fastwebnet.it

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Andrea, Mantegna, Bergamo, Vittorio, Sgarbi, Accademia, Carrara, Madonna col Bambino, Assessore, Fusi, Mantova, Cinquecentesimo