LA CITTÀ CHE CAMBIA ATTRAVERSO LE OPERE
                                 di Pierluigi Piromalli

     La città è da tempo sollecitata dalle trasformazioni del tessuto urbano sia per quanto concerne i nuovi insediamenti residenziali e commerciali sia in relazione ai numerosi lavori che interessano la viabilità, la mobilità sul territorio, i trasporti, la rete di teleriscaldamento, le ristrutturazioni degli edifici, la riqualificazione delle aree cittadine, la costruzione del nuovo Ospedale e, dulcis in fundo, i sempre ben accetti interventi di arredo urbano. Sotto questo profilo è indubbio che gli amministrati non possano muovere obiezioni se non lamentando il disagio che, come sempre, incombe sulla popolazione allorché si pianificano interventi finalizzati a migliorare infrastrutture e impianti nel contesto urbano. Disagio che complessivamente è stato circoscritto grazie alla sostanziale conclusione dei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Bergamo - Milano, opera che ha finalmente restituito alla città la considerazione che merita e ha consentito ai pendolari di tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia un grido di dolore permane a causa del trattamento che le ferrovie continuano colpevolmente a riservare loro, accogliendoli su treni apparentemente rinnovati ma tecnologicamente fermi, salvo eccezioni, agli anni settanta. Questo è, però, un tema che merita un approfondimento a parte e sul quale ritornerò nel prossimo articolo.
     Proseguendo con la disamina del rinnovamento e della metamorfosi cittadina non ci si può, inoltre, dimenticare che l'Amministrazione ha dato corso ai lavori per la ristrutturazione del Teatro Donizetti, che è stato malinconicamente ingabbiato per un bel po' di tempo fino a completo restauro, a seguito del quale la collettività si ritroverà a godere di un centro cittadino rigenerato unitamente ad un Sentierone con la nuova livrea. Una doverosa menzione spetta, poi, all'ampliamento "dell'autostrada dell'incubo" Bergamo - Milano la quale, sebbene non coinvolga direttamente la città, avrà una positiva seppur limitata ricaduta sui destini di tanti forzati dell'automobile, costretti per anni ad immolarsi nel nome della Società Autostrade S.p.A., da poco destatasi dal torpore e dall'inerzia decisionale. Anche sotto questo aspetto, pur tenendo presente che tale intervento non può rappresentare la panacea di tutti i mali ma solo la smussatura di problemi di ben altro tenore, che non determinerà grossi vantaggi, credo non si possa che prendere atto di come, nei limiti del possibile, qualcosa si stia lentamente muovendo almeno fintantoché qualche TAR non impugnerà inesorabilmente la scure della giustizia. L'area nella quale viviamo è massicciamente urbanizzata e pensare a rivoluzionari progetti infrastrutturali è pura utopia, cosicché è bene che la nostra comunità si metta il cuore in pace e paghi lo scotto del progresso (o regresso), patendo le conseguenze di una crescita

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