"dobbiamo far fare a Bergamo un salto di qualità,
per diventare una città d'arte a livello europeo"

                                              di Francesca Frosio

     "Prego, prego, accomodatevi". Enrico Fusi, assessore alla cultura del Comune di Bergamo, ci accoglie in modo gioviale. Una calorosa stretta di mano, poi ci sediamo sui divanetti rossi del suo ufficio ed iniziamo con lui una lunga conversazione. Per rompere il ghiaccio, gli chiediamo di tracciare un suo profilo, per raccontarci di sé e del suo lavoro. "Io sono sempre vissuto a Bergamo. La mia gioventù l'ho trascorsa all'oratorio Alle Grazie. Era il '74 - '76 e c'era un tipo di impegno ritenuto obbligato: fare politica era un dovere. Costituii con altri amici


un Centro Studi Nuove Esperienze, con l'idea di confrontarci con altre persone. Avendo amici che erano impegnati nella Democrazia Cristiana, ho lavorato con loro e mi sono iscritto a questo partito. Di seguito ho fatto parte del Comitato Cittadino della DC e di quello provinciale. Sono stato segretario cittadino della DC per sei, sette anni, da quando ne avevo 29. Nel frattempo ho studiato e mi sono
laureato all'Università Cattolica in Scienze Economiche e Bancarie e ho lavorato nella società Arthur Andersen & Co. Dopo averla lasciata ho fatto il commercialista. Nel 1992 sono stato designato dalla provincia al consiglio d'amministrazione della CARIPLO. Quando nel '94 è finita l'esperienza con la DC, io non ho più aderito ad altre formazioni politiche, benché abbia continuato a seguire le vicende amministrative della città.
     Due anni fa," continua l'assessore, "con un gruppo di amici, ho costituito l'Aratro, un movimento civico con l'idea di "arare" il terreno di Bergamo, che è arido ma che, secondo noi, ha delle risorse straordinarie; vogliamo aiutare la nostra città a fare un salto di qualità, la quale per me potrebbe essere una città d'arte a livello europeo, ma, tuttavia, non usa appieno le miniere aurifere che possiede." Chiediamo allora come sia possibile raggiungere questo scopo, certamente non facile. "In due passaggi."
Prontamente ci risponde. "Il primo di identità: dobbiamo portare tutti i bergamaschi al Donizetti, all'Accademia Carrara. Devono convincersi che è casa loro e contiene un patrimonio eccezionale. In secondo luogo, con un movimento
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Assessore, Enrico, Fusi, Cultura, Bergamo, Gamec, Accademia, Carrara, Progetti, Donizetti, Palacreberg