suo posto, vorrebbe dire apprezzare la fortuna che si ha. Scontato? Forse sì, come sempre in questi casi, ma è tanto scontato che pochi lo fanno, fino a che arriverà il giorno che si rimpiangeranno queste banalità.
     Invece, l'unica cosa profonda di questo Natale è stato lo sguardo solidale di aiuto che voi e vostro fratello vi siete lanciati dal divano quando la famosa zia si è avvicinata e la presenza (seppur dormiente sul divano) di tutta la famiglia intorno a voi vi ha fatto capire che, nel bene e nel male, non siete soli al mondo. Eppure Natale lo si aspetterà con ansia, e con le stesse speranze, anche l'anno prossimo e si ripeterà lo stesso iter. Forse solo quando i nonni non potranno più esserci e la zia terribile sarà passata a miglior vita ci si renderà conto di quanto la loro presenza assonnata e seppur noiosa, almeno apparentemente, faceva "tanto Natale e famiglia". Ci si accorgerà che proprio loro con il loro russare sul divano e la fatidica frase del "quando eravate piccoli" costituiscono la memoria della famiglia e il collante che tiene insieme tutto. Come sarà, quando non ci saranno più? Forse altri piccoli nuovi arrivi catalizzeranno l'attenzione, è la vita, ma chi può dirlo. Sapete cosa vi dico? Non aspetterò il prossimo Natale per saperlo, metto un punto finale a questo pezzo, prendo la macchina e vado a trovare i nonni e la zia per farmi raccontare ancora una volta di quando ero piccolo.
                                                                                gabbiadini@tim.it

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