I LAICI, I CATTOLICI E LE COPPIE DI FATTO
                                 di Roberto Fabbrucci

     Gentile direttore, vivo con disagio la smania con cui la politica -e quanti la seguono per moda- sta dibattendo dei Dico e delle unioni di fatto. Il disagio di un laico che ha combattuto tutte le battaglie per i diritti civili degli anni '70 ed ora vede accalorarsi -per battaglie che a me appaiono ridicole e pericolose- i tiepidi e gli indifferenti di allora. Le mie idee non sono cambiate, eppure oggi quasi mi ritrovo spinto nell'angolo dei conservatori e dei reazionari perché oso criticare chi, con la pretesa di ampliare i diritti, sta distruggendo le basi su cui si sostiene una società di diritto. Questo in un momento storico nel quale noi e la nostra storia, le nostre tradizioni, la società occidentale intera, si prepara a scomparire senza neppure accorgersene.
     Ho l'impressione che dietro tutta questa animosità per la ricerca di presunti diritti, in realtà si nasconda un gran vuoto culturale e un individualismo superficiale e suicida. Non è un caso che osservando i più battaglieri fautori delle Coppie di fatto e dei matrimoni tra membri dello stesso sesso, mi ritrovi volti che qualche tempo fa ghettizzavano, assieme agli omosessuali, quanti non rientravano nei canoni del costume del tempo.
     Mi sento un po' come quegli antifascisti che il 25 Aprile 1945 si ritrovarono ad osservare sfilare, con un fazzoletto rosso al collo, coloro che fino il giorno prima indossavano la camicia nera. Insomma, c'è qualcosa di stonato in tutta questa agitazione laicista, come se il proprio interesse privato superasse ogni cosa, persino il destino della nostra società, la sorte dei nostri figli, della nostra carne.
Io laico, cattolico non praticante da decenni, spero proprio che anche i sacerdoti, quelli che hanno condotto il mondo cattolico a sostenere l'antitesi della cultura cristiana e occidentale, inizino a riflettere e fare ammenda dei propri gravi errori.
     Spero che a fianco dei cattolici liberali e di noi laici, ultimo baluardo per la difesa della famiglia, si affianchino anche i credenti distratti, soprattutto quelli che sono sempre stati in silenzio. In silenzio quando hanno cacciato i presepi dalle scuole, quando hanno affisso le bandiere arcobaleno sugli istituti religiose e sui campanili delle chiese e tacciono tutti i giorni davanti al martirio di tanti cristiani nel mondo.
     Perché io laico soffro di queste morti? Che alla fine sia -inconsciamente- più cristiano di chi vuole apparire pubblicamente tale?

 
 
 
 
 
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