dovrebbero esserci perché il cittadino ha il diritto di essere curato subito.” Prima di iniziare a discuterne, Salmoiraghi premette che quando i pazienti hanno un’urgenza clinica, hanno a disposizione dei canali privilegiati per accorciare i tempi, ad esempio la richiesta di visita urgente del medico di famiglia. “La situazione non è troppo negativa. In generale i tempi sono più che accettabili: entro 30 giorni per le visite ed entro i 60 giorni per le prestazioni ambulatoriali. Abbiamo, però dei settori in cui non riusciamo a rispettare la tempistica in quanto ci mancano le risorse. Si può, in ogni caso, fare ancora tanto: condividere con i medici di famiglia un percorso per ogni tipo di patologia, in modo che il paziente si senta dire le stesse parole sia dal suo medico sia dallo specialista; poi, stabilire dei criteri di priorità nell’invio dei pazienti. Le liste d’attesa dovrebbero diventare intelligenti.”
Oltre alla condivisione di percorsi e strategie con i medici di famiglia, esistono dei margini di miglioramento anche all’interno dell’Ospedale. “Anche noi dobbiamo darci delle priorità, decidere quali patologie è meglio che siano |
|
trattate in quest’ospedale e quali in altre strutture. Nel mio lavoro devo occuparmi principalmente di due cose: uno, dare la priorità ai pazienti che ne hanno bisogno; in secondo luogo, verificare che le risorse umane e le apparecchiature a disposizione dell’Ospedale siano utilizzate in modo efficiente. Le TAC a Bergamo lavorano 10-12 ore al giorno, ma qualcuno potrebbe chiedere che lavorino di notte, come accade negli USA. Per coprire un ‘turno’ così lungo serve più personale, ma maggiori risorse richiedono anche più investimenti economici da parte dello Stato e quindi un peso fiscale maggiore |
|
|
|
|
|
|