Un film che parla di desertificazione, inondazioni, disastri ambientali. E una scadenza: 10 anni per salvare il mondo. Sembrerebbero gli ingredienti ideali per un kolossal fanta-catastrofico, con tanto di eroe salvatore. Purtroppo, invece, è l'allarmante realtà, raccontata da Al Gore in un film documentario.
"Una scomoda verità", questo il titolo "azzeccatissimo", fa il punto sulla situazione ambientale attuale e mostra quali saranno le conseguenze se non cambieremo il nostro stile di vita e continueremo ad emettere le nostre 70 milioni di tonnellate quotidiane di anidride carbonica. Nessuna spiegazione complicata o predica in stile sermone domenicale: l'ex vice presidente degli Stati Uniti (dal 1992 al 2000, durante la presidenza Clinton) spiega cos'è il riscaldamento globale e quali conseguenze comporta, usando diagrammi, dati, ma anche filmati e cartoon dei Simpson, in un linguaggio chiaro e diretto. Modi diversi, ma efficaci, per portare all'attenzione della gente un problema globale e spronarci a fare qualcosa. Infatti Al Gore non si limita ad illustrare le drammatiche previsioni, ma, in linea con il pragmatismo americano, offre anche accorgimenti che possiamo adottare per limitare l'emissione di anidride carbonica. Non è possibile restare indifferenti davanti a questi scenari e, rispondendo al suo appello di "spargere la voce", vi raccontiamo cosa succede e cosa succederà se non faremo qualcosa per cambiare la situazione.
Il riscaldamento globale è un dato certo e la colpa è di tutti noi, che con le nostre attività produciamo gas serra, primo tra tutti l'anidride carbonica. Il clima della Terra è sempre stato soggetto a cambiamenti, come dimostra la "piccola glaciazione del XVII secolo, ma accadeva lungo un esteso arco di anni, mentre gli aumenti attuali sono repentini: nell'ultimo secolo la temperatura è salita di un grado e di mezzo grado solo negli ultimi 20 anni. Ciò vuol dire che negli anni più recenti c'è stata una sorta di "impennata", la quale, secondo gli esperti, continuerà fino a portare 4,5 gradi in più entro il 2100. Gli effetti di questa crisi climatica sono già visibili: l'ondata di caldo del 2003, l'uragano Kathrina, lo scioglimento dei ghiacciai, l'inverno poco freddo di quest'anno. Senza andare lontano, anche in Italia si vedono già le prime conseguenze: i ghiacciai dell'Adamello sono arretrati di 55 metri , nel Parco Nazionale del Gran Sasso la flora si sta modificando e il 42% delle nostre coste è già soggetto ad erosione.
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