di nuovi finanziamenti regionali e consentire uno sviluppo infrastrutturale sul territorio, che compenserebbe la mancata realizzazione della Tangenziale est. Sarebbe scorretto ed ingiusto affermare che l'amministrazione orobica sia statica ma altrettanto realisticamente si deve sottolineare, senza che questo diventi uno scontato luogo comune, che si potrebbe fare di più soprattutto a livello provinciale.
Bergamo e provincia, in costante crescita economica ed in altrettanta crescente espansione demografica in virtù degli incontrollati flussi migratori, hanno l'obbligo di intervenire per tempo allo scopo di agevolare i fondamentali collegamenti sul territorio, migliorando conseguentemente la già critica qualità delle strade di comunicazione. Se da una parte la viabilità costituisce un aspetto complesso della gestione amministrativa locale, dall'altra sorge la necessità di una pari e doverosa attenzione sul tema dell'inquinamento, strettamente e strumentalmente connesso a quello della circolazione veicolare. La città orobica, come è noto, è destinataria delle ordinanze regionali in materia di limitazione del traffico e di lotta alle emissioni inquinanti ma sembra passivamente dimenticare che il problema ambientale passa più per la verifica delle reali fonti di inquinamento che per i blocchi del traffico, che mediaticamente rivestono un impatto maggiore per l'opinione pubblica.
Auspicare una corretta campagna d'informazione da parte dei media consentirebbe di inquadrare il problema senza che l'amministrazione debba ricorrere al sostegno della Regione che, diversamente, ha dichiarato battaglia ai veicoli inquinanti come se il problema delle sostanze nocive riguardasse esclusivamente la circolazione veicolare. Scorrendo statistiche e dati di fonti certificate è lampante che le emissioni dei veicoli circolanti generino soltanto una minima parte dell'inquinamento registrato nella pianura padana con un incremento di poco superiore per i centri urbani. Partendo da questo presupposto e considerando che la verità, per dirla alla Orazio, sta nel mezzo, sarebbe fuorviante ritenere che solamente bloccando la circolazione si possa abbattere la soglia delle sostanze tossiche, cosa che invece sembra trovare consensi soprattutto al Pirellone che impone, coordina e concerta le iniziative inibitorie del traffico sul territorio regionale.
In ogni caso, prescindendo da considerazioni forse scontate e populiste, Bergamo cerca faticosamente di ovviare al grave problema ambientale assumendo interventi alternativi, quali la creazione delle reti di teleriscaldamento o l'adozione di fonti alternative per gli immobili di nuova costruzione, che nel medio lungo termine possano produrre concreti benefici alla comunità e proporre la città come un modello al quale ispirarsi. Purtroppo, però, i veicoli continueranno ad essere ritenuti, nell'immaginario collettivo e soprattutto visivo, i principali responsabili dell'inquinamento cittadino, rafforzando una distorta convinzione che fa dimenticare quanto ancora ci sia da fare, sotto questo profilo, per contrastare il degrado ambientale.
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