QUANDO LA VANITÀ DIVENTA VERGOGNA
                                 di Silvia Luzzini

     Questo mese avevo intenzione di trattare un tema diverso, molto più morbido e leggero, ma dopo esser stata contattata da Stella, una volontaria LAV (Lega Anti Vivisezione), in merito a ciò di cui leggerete, non ho avuto dubbi: ho accantonato quanto già scritto ed al volo mi sono gettata sulla tastiera per ricominciare da capo. La tempistica non è forse delle migliori, essendo la stagione invernale giunta quasi al termine e con essa lo spasmodico periodo dei saldi a caccia della grande occasione. Nella peggiore delle ipotesi, vorrà dire che mi sarò portata avanti per il futuro. Da ultimo, senza assolutamente voler escludere i signori uomini, mi rivolgerò direttamente al pubblico femminile. Di cosa sto parlando? Delle bordature in pelliccia che ultimamente hanno invaso le vetrine ed i banchi dei mercati a guarnizione di golfini, giubbotti, guanti, sciarpette, stivali e quant'altro. Ognuno nella vita è libero di fare le proprie scelte, ma affinché esse siano veramente consapevoli, ritengo giusto approfondire l'argomento e condividere con le lettrici quanto risultato da un'indagine LAV.
     La grande diffusione di tali bordature, ornamenti discreti che non evocano mattanze poiché non trattasi di pelliccia completa, ha portato tra il 2002 ed il 2003 ad un forte incremento della macellazione di animali da pelliccia. Il Paese specializzato: la Cina. Ogni anno in quella nazione vengono "prodotti" oltre 1,5 milioni di pelli da volpe, quasi il 30% della produzione mondiale. Altrettanti sono i procioni. Mentre per i visoni ci si attesta sull'11% del totale mondiale. Incalcolabili i cani, i gatti ed i conigli. Una produzione che sta invadendo il mercato internazionale. Viva la globalizzazione! Perché la Cina ? Innanzi tutto in quanto la manodopera costa praticamente nulla. In secondo luogo, perché non vi sono regole. Nessuna norma o legislazione che tuteli minimamente gli animali allevati, soprattutto nel momento dell'uccisione.
     Facile capire il punto di vista dell'industria della moda, europea e non solo: in Cina si possono eludere le norme restrittive interne delle nostre nazioni, decentrando gli allevamenti ed aumentando i margini di guadagno, meno regole, meno costi, più profitti. Cosa si intende per "non ci sono regole"? Esattamente ciò che segue, che riporto fedelmente dal documento LAV pervenutomi.
     "QUELLO CHE NON SAPEVAMO, QUELLO CHE DEVI SAPERE
Investigatori delle associazioni Swiss Animal Protection (SAP) e East International hanno visitato allevamenti e mercati cinesi. L'investigazione ha permesso di scoprire orrori inimmaginabili. Tanto da lasciare senza parole

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