"LA BELLEZZA FEMMINILE NELL'ANTICO EGITTO" AL PALAZZO REALE
                                         di Cristina Mascheroni

     La perfezione fisica ed il benessere della mente non sono prerogative o fissazioni dell'Era moderna. Una mostra fuori porta, a Milano per la precisione, ci ricorda che la cura della persona ha origini molto antiche, con radici che affondano nel lontano passato degli Egizi. Una storia affascinante, vecchia di almeno 4.000 anni, ma allo stesso tempo estremamente moderna. Questo popolo così progressista nelle proprie scoperte e nelle proprie invenzioni non finisce di stupirci, quindi, questo mese ci siamo recati a visitare una mostra sul tema, presente al Palazzo Reale fino al 9 aprile 2007, per scoprire le origini della cosmesi moderna.
     Donne di grande fascino, dotate di sensualità, grazia ed eleganza: così sono le figlie d'Eva egizie, i cui simboli più famosi sono le regine come Nefertiti, simbolo universale di bellezza femminile, o Hatshepsut , grande sposa reale e sarcedotessa del Regno del Basso Egitto. Siamo stati attratti dalla mostra, alla ricerca di fascino e magia, ma i risultati. hanno un po' deluso le nostre aspettative.
     La mostra ci accoglie con un bel bassorilievo raffigurante la Dea Maat , figlia di Ra, colei che accompagnava le anime nell'aldilà, e due grandi poster laterali, i quali raccontano come hanno avuto inizio le usanze cosmetiche in Egitto, terra dal clima non proprio ospitale. Una striminzita pianta di papiro occhieggia dall'ingresso e sembra avere l'aria di volersene tornare in tutta fretta in Egitto, sua patria naturale, lungo le rive del Nilo, sul quale cresce senza ombra di dubbio più rigogliosa.
     Entriamo e sia nella prima sezione, dedicata all'ambiente naturale, quanto nella seconda, dedicata invece ai profumi ed alle essenze, numerosi poster appesi alle pareti, similari a pseudo-papiri dell'era modera, ci raccontano dei metodi di estrazione e d'uso dei profumi e delle essenze, utilizzati dal popolo antico per togliere dalla pelle e dall'ambiente circostante l'odore acre del corpo sudato. Nella terza sezione, vengono illustrate le creme utilizzate ai tempi, con i relativi processi di preparazione, i primordiali metodi di depilazione e di tatuaggio (in mostra una antichissima pinzetta in bronzo per levare i peli) mentre la quarta sezione è dedicata al trucco, in particolare degli occhi, nonché ai primissimi fondotinta, ciprie e rossetti. A corollario di tutto ciò, sono esposti in teche di vetro alcuni manufatti egizi, come specchi in bronzo, pettini in legno, ciotole per cosmetici in pietra, unguentari in vetro, vasetti per khol in legno, la

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