C'è da riflettere. E se fossimo stati noi, al posto di Hans, che effetto ci avrebbe fatto perdere in un solo colpo il nostro migliore amico, i genitori, la dignità di persona, la propria terra? Saremmo riusciti a ricostruirci una vita? Hans e Konradin sono amici: sono amici perché si vogliono bene, al di là di qualsiasi differenza di razza o ceto. Non possono continuare a esserlo perché il Fuhrer vuole così. Come può un ragazzino di sedici anni capire che gli avvenimenti che sta vivendo saranno destinati a cambiare per sempre la Storia ? Non lo capisce, infatti. Il suo orizzonte comprende la famiglia e gli amici, e sono proprio questi a venirgli sottratti ingiustamente. Il destino è però generoso con Hans, che emigra in America prima che la situazione si faccia insostenibile: così non è per i genitori, che si suicideranno dopo pochi mesi dalla partenza del figlio.
È interessante, a mio parere, soffermarsi proprio sulla figura del padre di Hans. È un ex militare pluridecorato, un uomo di successo e soprattutto fiero di essere tedesco, con una fede incrollabile nell'assennatezza del suo popolo. Non crede che Hitler sia destinato a durare, non è preoccupato per il futuro. Sa di aver servito la sua patria con onore, durante la guerra, e persino quando appaiono i primi timidi cenni antisemiti ha fiducia che la Germania lascerà presto perdere tesi tanto assurde. Dopo qualche tempo deve aprire gli occhi ed ammettere la verità: preferirà suicidarsi insieme alla moglie piuttosto che vivere con il peso di essere stato tradito dalla nazione che tanto amava. Anche se non è il personaggio centrale del libro, il signor Schwarz è forse il più tragico, nel senso letterale del termine: l'unica via d'uscita che gli resta per fuggire da una realtà in cui ormai si sente straniero è il suicidio.
A chi si chiede se la storia narrata in questo libro sia autobiografica, consiglio di leggere un'altra opera di Uhlman, "Storia di un uomo". Perché la Storia non è un'entità astratta, ma è fatta di tante singole esistenze intrecciate, con le loro gioie, i loro dolori, le piccole e grandi miserie quotidiane.
Silvia Ferrari
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