QUALE SARÀ LA PROSSIMA MOSSA INSABBIATRICE?
di Gaudenzio Rovaris
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Sembrerebbe facile nel contesto di questi giorni trascorsi affrontare il tema politico, il “Quousque tandem, Catilina…” (fino a che punto, Catilina…) di ciceroniana memoria, frutto dell’esasperazione del console difensore della Repubblica di fronte alla spavalderia di un Catilina, spudorato destabilizzatore dello Stato che si presentava in senato… Per fortuna la saggezza popolare è piuttosto stanca di queste lotte partitiche, dei costi della politica contro cui si sente impotente, degli scoops televisivi in cui valenti conduttori presentano gli scandali altrui e non dichiarano i loro compensi, pagati con soldi pubblici, per trasmissioni chiaramente di parte e osannati solo quando presentano le malefatte dell’opposizione di turno…
È questo, larvatamente, ma con insistenza, il momento della chiesa cattolica, dei suoi privilegi, delle sue ricchezze… Viene attaccata per i privilegi di cui godrebbe, dei costi per il mondo civile, dei costi dei professori di religione, solo l’ultimo di una serie di quattro articoli-inchiesta firmati da Curzio Maltese (Repubblica del 24 ottobre 2007). Sentendo la gente comune, la vedo un po’ perplessa e propensa a credere che questa campagna sia un po’ troppo ideologica e che trovi la sua motivazione nel bilanciare e nel tentativo di insabbiare le varie inchieste sui costi della politica. Chissà perché ci si scandalizza di fronte all’esenzione dell’Ici per alcune strutture sociali della Chiesa e non per i consulenti dei vari ministeri, per lo più fedelissimi di partito, magari “trombati” alle elezioni, con compensi da 13.000 a 143.000 euro l’anno (1253 nomi secondo Repubblica del 9 ottobre 2007) o sui costi di ex onorevoli con privilegi vitalizi (viaggi, autostrade, cinema) come dalla trasmissione delle Iene del 25 ottobre o di tutte le denunce del comico Grillo e di coloro che sono detti ironicamente gli antipolitici.
L’Eco di Bergamo del 26 ottobre in prima pagina esce con un fondo “La repubblica di porta Pia”, che invito a leggere chi ha un po’ di buon senso e soprattutto un po’ di onestà intellettuale. Mi permetto di riportare alcuni stralci della lettera di don Carlo Velluto, parroco di S. Maria del Sile, all’onorevole Cento apparsa su Avvenire del 30 agosto 2007: “…Ebbene sì, il sottoscritto… si sta arricchendo alle spalle della comunità civile grazie ai privilegi che riceve sotto forma di esenzione, oltre ai contributi statali, regionali e comunali. Non le dico come io mi senta dinanzi a coloro che non hanno alcun privilegio, come voi parlamentari che vivete in ossequio alle leggi che vi ‘costringono’ a percepire appena 28.000 euro lordi al mese. La mia scuola quest’anno, come ogni anno, ha dovuto battere cassa e chiedere un finanziamento alla parrocchia (a se stessa quindi) per poter pagare gli stipendi in quanto i ‘privilegi’ che a giudizio dell’onorevole Cento dovrebbero esserci tolti, non riescono a coprire le spese vive del servizio. (…)
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