Suda, non ha certezze, a malapena sopravvive economicamente e, la beffa, non accantona denaro per la propria pensione, perde in sostanza anni preziosi di contributi... tanto se continuano a spostare l'età! Solo che è ben più facile aumentare le tasse contributive che aggiustare il sistema del lavoro precario, anche perché si risolverebbe in parte anche il problema della disoccupazione. Non vorrei mai che accadesse che un Governo possa risolvere in una volta sola due problemi.
     Insomma, quasi due ore di esposizione di problemi ben noti a tutti ed una accozzaglia di soluzioni in contrapposizione fra di loro su un tema: le pensioni. Ma avete una vaga idea di chi sono veramente queste persone? Loro, che apparentemente sembrano dispiaciuti, affranti per quelle famiglie povere che non riescono ad arrivare a fine mese, loro, che non sanno ma ipotizzano delle soluzioni a questi problemi, che non sanno, poverini, dove sbattere la testa, da dove prendere due soldi in più per riequilibrare il sistema pensionistico, loro, sì, loro, percepiscono due pensioni: la propria e quella parlamentare. Guadagnano bene, quindi la propria pensione sarà congrua al reddito, mentre l'altra, quella parlamentare... siamo nell'ordine dei trenta, quarantamila euro l'anno. Non è una cifra tanto indifferente, ma quello che mi scandalizza e che farà arrabbiare chiunque ancora non lo sapesse, è la modalità con la quale è possibile ottenerla: bastano poche settimane di lavoro in Parlamento o al Senato ed "il gioco è fatto". Poche settimane e ci si può anche ritirare, la pensione a vita resta, tuttavia si guadagna così tanto restando al potere che abbiamo i politici con l’età media più alta d’Europa, alla faccia dello slogan “spazio ai giovani”.
     Concludo in bellezza, ricordandovi che non solo andremo in pensione chissà quando, ma con solo il 43% del nostro reddito anziché l’80%, come una volta. Non vi è chiaro? Certo, nessuno ne parla, ma oltre a subire giustamente l’aumento dell’inflazione, ingiustamente gli stipendi rimangono uguali, quindi diveniamo più poveri. Quando andremo in pensione quindi, la nostra busta paga sarà proporzionalmente più bassa, per di più, percepiremo un reddito pensionistico di solo il 43% delle ultime buste paga. Tutto ciò oggi, ma tra venti, trent'anni, come sarà?

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