NATALE POVERO O POVERO NATALE?
                                  di Giusy Cretto

     Ogni anno che passa, il Natale diviene sempre più fiera della vanità e dell'ipocrisia. Un sempre più anticipato e forzato sentore natalizio che ci piove addosso già da ottobre sotto forma di spot che pubblicizzano pandori e panettoni e sotto forma di addobbi festosi e di ridicoli Babbi Natale scalatori, palesemente rispolverati e rimessi in forma dall'anno precedente, il tutto farcito da martellanti messaggi subliminari destinati a farci nascere desideri e bisogni in una studiata strategia consumistica, perché oggi il Natale ha perso la sua connotazione di festa religiosa, è quasi esclusivamente sinonimo di acquisto, ma è anche sinonimo, in fondo, di grande spreco e stress per tutti.
     Dovremmo chiederci forse che cosa significa il Natale oggi… i nostri bambini probabilmente non lo sanno nemmeno più, dal momento che per loro è sinonimo di Play station, Nintendo, cellulari e mille altri doni super tecnologici che forse nemmeno sapranno apprezzare. Colpa certo nostra, di genitori sempre indaffarati, che tentiamo di delegare, erroneamente, al dono la funzione di vettore di sentimenti per colmare i nostri vuoti affettivi e placare i nostri rimorsi.
     Anche per chi non è religioso, come me, dovrebbe essere la festa dei sentimenti, dei buoni propositi, del ritrovarsi in famiglia, ma diventa sempre più la festa della vanità e dell'ipocrisia, degli auguri e convenevoli fatti perché dovuti, per consuetudine, del regalo obbligatorio ma senza alcun significato d'affetto e di buone intenzioni. Anche l'albero di Natale ha perso smalto, sicuramente alla moda perché copiato dalla rivista specializzata, ma freddo e stilizzato. Personalmente preferivo l''albero di Natale stile albero della cuccagna, magari un po' kitsch, ma sicuramente più magico: avvolto in un'aurea di luci multiformi, colorate e di sfavillio di ghirlande dorate e di cioccolati nella loro carta stagnola in mille fogge di renne, babbi natale, pigne e preferivo il presepio casalingo. Tuttavia, il Presepio ormai sono in pochi a farlo, qualcuno abbozza una capanna con la Sacra famiglia messa lì un po’ per caso sotto l'albero e per provare quel piacere di poesia antica e mistica ci rechiamo con i bimbi nelle varie esposizioni allestite all'uopo, ma che ci privano di quel rito artistico e di inventiva piacevole anche se faticoso, che coinvolgeva tutta la famiglia e che in un certo senso la riuniva poi al suo cospetto compiaciuta. Il nostro era, per noi, sempre il più bello con quell'odore di muschio e con la stella cometa appiccicata sulla capanna. Sicuramente opere artigianali e ingenue con la carta stagnola per fare il laghetto, con statuine magari un po’ ammaccate per il continuo togli e

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