le costituzioni dei diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono considerati nulli”.
Purtroppo, nel 1987 i Savoia lentamente si sono riavvicinati all’Italia, dapprima per volere dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che consentì il rientro in Italia all’ex-regina Maria Josè, infine sotto il governo Berlusconi, il quale, con la legge costituzionale del 23 ottobre 2002 nr.1, ha eliminato definitivamente dalla Costituzione Italiana i primi due commi sopra riportati, consentendo agli eredi della famiglia reale il rientro sull’italico suolo. L’esilio si è così concluso dopo 57 anni di diatribe ma, ahinoi, il loro rientro non è stato per il nostro Paese del tutto indolore.
I discendenti di re Umberto II non brillano di certo per arguzia e “savoir faire”, anzi, sembra che abbiano una certa propensione al malaffare. L’unico figlio maschio, Vittorio Emanuele, è stato al centro di numerosi scandali dopo il suo rientro in Italia: si dice che gli piaccia sparare e non solo nel senso figurato del termine, dato che è stato al centro di una vicenda giudiziaria in Francia dove è stato accusato di aver ammazzato un ragazzo con il suo fucile da caccia. Certo, la giustizia francese lo ha assolto, ma hanno fatto scalpore le intercettazioni delle sue telefonate durante le quali si vantava di aver “fregato” i giudici francesi. Sembra anche che sia entrato nella loggia massonica della P2 con il numero di tessera 1621 e, come se non bastasse, è finito in galera con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al falso ed allo sfruttamento della prostituzione (pare che, a causa di questo suo vizietto, la moglie Marina Doria affoghi i dispiaceri nell’acool…). Un uomo dal dubbio profilo morale, tanto che anche le sue sorelle e i suoi familiari ne hanno preso le distanze facendo pubblicare sui giornali laconici commenti quali “prendiamo le distanze dal presenzialismo di Vittorio e del figlio Emanuele Filiberto, in quanto continua fonte di angustie e mortificazione per ognuno di noi.” Già, anche di lui, il figlio Emanuele Filiberto, il quale ricalca le orme paterne in merito a loschi affari, visto che lo ricordiamo impelagato in un poco chiaro progetto politico, chiamato “Valori e Futuro”, in affari con personaggi oggi riconosciuti dalla GdF di dubbia moralità e messi sotto inchiesta, affossando definitivamente le sue ambizioni politiche.
Se ancora non vi basta, ricordiamo che Vittorio Emanuele non ha nessun diritto di chiedere i danni al nostro Paese quale membro di Casa Savoia, in quanto il capo della Real Casa è Amedeo di Savoia Aosta, il quale ha tenuto più volte a sottolineare che “le richieste di indennizzo nei confronti dello Stato sono
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