profondamente cambiato negli ultimi 15/20 anni ed il ruolo del pubblico deve solo in parte sostenere le iniziative culturali che devono essere in grado di intercettare finanziamenti privati e sponsor; in questo la GAMeC è molto capace, ma mi auguro che anche la Carrara in futuro sia in grado di fare altrettanto.
     La nuova Accademia Carrara potrebbe dunque essere un altro tassello verso quella vocazione turistica che Bergamo non ha mai avuto, ma che deve necessariamente sviluppare, in virtù delle numerose eccellenze artistico -architettoniche di Città Alta e non solo, grazie anche al contributo dell’aeroporto di Orio al Serio, che movimenta molti viaggiatori stranieri in transito da Bergamo, vero e proprio piccolo gioiello del sistema aeroportuale del nord Italia; malgrado questo, però, la città stenta a calamitare, salvo qualche caso di mordi e fuggi, un turismo di qualità. Bergamo non deve essere solo meta di turisti che vengono a visitare i nostri laghi e le nostre montagne, ma deve diventare una metà obbligata per quel tipo di turismo culturale che tanto si è sviluppato negli ultimi anni ed in cui Bergamo stenta ad inserirsi. La nostra città ha ben poco da invidiare ad altre mete turistiche più ambite e note non solo d’Italia, direi d’Europa. Chiese, palazzi, vecchi borghi, le tracce della Serenissima nella Città Alta, il ruolo politico avuto nel Risorgimento, la scuola e la Pinacoteca dell’Accademia Carrara, sono tutte meraviglie che molti ci invidiano.
     Il turismo può portare risorse e benessere per molti commercianti della città, permettere di liberarci dall’essere considerati un’estensione di Milano ed acquisire una nostra identità ben distinta. Non fu un certo Le Courbusier che a Bergamo, in occasione del CIAM (Congresso Internazionale Architettura Moderna), nel 1949, giunto in Piazza Vecchia, si tolse le scarpe e si commosse?
                                                              cristiano.calori@fastwebnet.it