assenza è molto più protratta nel tempo ed è spesso incomprensibile per il bambino. Parsons conclude che nella classe media sussiste un tipo di assenza paterna, la quale porta i bambini ad interagire principalmente con le madri e con altre donne della famiglia: nonne e zie. L’autore sembra in tal modo non considerare adeguatamente il mutato ruolo della donna all’interno della famiglia, un ruolo ridimensionato a causa del suo maggior impegno lavorativo fuori dall’ambito domestico e che la costringono a trascorrere, se non in egual misura rispetto al marito, poco più tempo con i figli.
     Loredana Sciolla (1989) sottolinea la rinuncia da parte dei padri italiani a trasmettere in maniera esclusiva la propria cultura politica ai figli, con conseguente perdita di centralità del proprio ruolo nel processo di socializzazione politica. Questo processo avrebbe così comportato una trasformazione delle dinamiche della socializzazione politica intergenerazionale, attribuendo alle madri un nuovo ruolo socializzante. Sciolla parla in questo senso di una “generazione femmina”, per rilevare l’emergere di una generazione esposta all’influenza e ai modelli culturali delle loro madri. Il modello proposto da Sciolla individua come fattori importanti per l’educazione politica dei figli il grado di istruzione della madre ed il suo interesse politico. La centralità della figura materna nel processo di socializzazione politica viene ricondotta all’importanza del “potere femminile” assunto negli anni Settanta. Dagli anni ’70 in poi, le donne rivendicando i loro diritti, impongono all’uomo il loro coinvolgimento nella cura della prole. Da quel periodo si assiste al padre in sala parto: padri e madri non hanno più ruoli e funzioni rigidi.
     Elena Gianini Belotti (1983), criticando la “mistica della maternità”, secondo la quale alla donna viene delegato completamente l’accudimento dei figli, sottolinea l’assenza paterna rafforzata anche dagli scarsi studi della psicologia e della sociologia, che hanno ritardato la presa di coscienza da parte dell’uomo della propria funzione paterna. Per Franco Ferrarotti (1984), il movimento del ’68 è stato un vero parricidio, dove ogni concezione autoritaria o legge è stata attaccata e travisata. Secondo l’autore, precorrendo i tempi (per arrivare all’oggi) sulla base di questa destituzione presto si assisterà al ritorno dei padri e dell’“autorità invocata”.

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