ANNO NUOVO... SPERANZE NUOVE?
                                              di Gaudenzio Rovaris

     È la mattina di Natale quando stendo queste righe per Voi lettori; ho negli occhi la bellissima cerimonia che ormai da vent’anni gli Amici del Borghetto di Mozzo organizzano nel quartiere: “Natale sotto le stelle”, allietata dalla presenza degli zampognari e di un migliaio di persone, abitanti del quartiere e dei paesi circostanti, che si incontrano per assistere alla santa Messa e scambiarsi gli auguri con una fetta di panettone e un bicchiere di vin broulé o cioccolata calda.
Il tema della guida alla riflessione del nostro don Davide è stato quello della “generosità”: un invito a smettere di preoccuparci dei nostri problemi per farci carico di quelli degli altri. L’etimologia della parola contiene il verbo “generare”, cioè far nascere e può essere benissimo collegata al mistero della natività: ogni atto di generosità ci fa rinascere e contribuisce a far emergere intorno a noi il bene e l’amore vero.
     Mentre dalla capannina si diffondono nel quartiere le calde note di musiche natalizie rivivo la gioia degli auguri sinceri che ci siamo scambiati questa notte anche tra chi non si conosceva e credo di poter suggerire alla redazione di Infobergamo.it una rubrica nuova, che manca da tempo sui nostri quotidiani, pervasi solo di cronaca nera, di drammi umani e familiari e di litigi inconcludenti di politici e di coppiette di vip senza senso ed ideali che non siano quelli di “apparire”: riabilitiamo le pagine bianche! Come sarebbe bello iniziare il nuovo anno con delle buone notizie, che ci sono, ma vogliamo trascurare attratti solo dai pettegolezzi e dalle tristezze dei nostri telegiornali!
     Credo che si potrebbe cominciare con il raccontare alcuni esempi del Natale tra i poveri, gli emarginati, vecchi soli… Personalmente sono rimasto felicemente sorpreso dalla presentazione in un telegiornale regionale dei giorni scorsi dell’esperienza di un impiegato che dedica una buona parte del suo stipendio a preparare e distribuire pasti tra i poveri di una grande città. Questa sua generosità ha fatto nascere, oltre a un sorriso riconoscente sui volti di chi aveva gli occhi spenti dalla rassegnazione, un coinvolgimento di altre persone che lo aiutano e lo sostengono anche economicamente.
     Come non ricordare il lavoro generoso, gratuito ed amorevole che porta giovani e non più giovani a contattare le persone che vivono nelle baraccopoli delle nostre periferie o sulle panchine delle nostre stazioni, che si consumano