è assurdo che una ricerca sfrenata del profitto porti a fusioni e ristrutturazioni societarie che, in linea di massima, hanno come conseguenza un maggior sfruttamento ed una sempre minore attenzione all’aspetto umano dell’impresa (trasferimenti delle sedi lavorative, licenziamenti più o meno mascherati…), ma anche una minore attenzione alla sicurezza del lavoratore. Soprattutto quest’anno, ogni giorno, c’è un bollettino di guerra che ci comunica ed aggiorna il numero dei morti sul lavoro per mancanza di attenzione alle norme di sicurezza, di informazione, di prevenzione, ma anche di controlli. Spesso si tratta di immigrati sfruttati in modo indegno da una società civile; a volte si tratta anche di italiani ed allora lo scalpore è maggiore, ma la vita di un uomo non vale a seconda della sua nazionalità o del suo colore!
     Che ancora una volta non sia solo occasione di concerti oceanici o di parolone di sindacalisti onnipresenti, che veramente porti a riflettere (ed a operare!) sulla vita del lavoratore e non da ultimo anche su una giusta mercede (artt.35 e 36 della Costituzione) perché non si parli più di una famiglia che fatica ad arrivare alla terza settimana del mese… È vero che “chi vive sperando muore fischiando”, ma non toglieteci anche l’illusione di un mondo migliore, soprattutto per i nostri figli.

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1 maggio, 25 aprile, Festa, Ricorrenza, Significato, Lavoratori, Liberazione, Operai, Dipendenti, Cisl, Uil, Cgl