superfluo l’impianto di riscaldamento tradizionale: infatti, per riscaldare l’ambiente è sufficiente un sistema di ventilazione ad aria calda ed hanno una trasmittanza termica generalmente <0,15 khW/m2a, in quanto abitualmente hanno uno strato termoisolante di elevato spessore. Una curiosità: un edificio costruito interamente in legno ha un fabbisogno energetico di 50,61 khW/m2a, mentre un edificio in laterizio definito “a basso contenuto energetico” ha un fabbisogno  di 56,51 khW/m2a: è più isolante una parete in legno spessa 10 cm di una parete in calcestruzzo spessa 80 cm!
     Quale obiettivo si prefigge questa certificazione? In primis, definire un indicatore di riferimento per quanto riguarda il consumo energetico dell’edificio, coefficiente che viene utilizzato anche per calcolare il valore dell’immobile. Inoltre, questa valutazione permette di identificare gli edifici che necessitano di interventi ristrutturanti: al fine di fornire un’indicazione circa l’impatto energetico dell’edificio sull’ambiente, nell’attestato viene riportata anche la stima delle emissioni di gas ad effetto serra determinate in base all’uso dell’immobile.
     Per quale motivo siamo giunti al certificato energetico dell’edificio? I continui aumenti del costo dell’energia hanno portato l’Unione Europea a sviluppare dei programmi per promuovere la cultura del risparmio energetico partendo dagli elementi che maggiormente consumano: gli edifici ad uso abitativo. D’ora in avanti un edificio di “qualità” dovrà e potrà essere valutato anche in base al suo consumo energetico.
     Tutto chiaro quindi? Non sembra, anche se le disposizioni di legge in materia sembrano “abbastanza” esaustive, esistono ancora molte zone d’ombra che dovranno essere chiarite dai legislatori, quali, ad esempio, se la certificazione riguarderà solo gli edifici di ampia metratura o anche quelli, diciamo, più “normali”, come possono essere le nostre abitazioni. Inoltre, riguarderanno solo le nuove costruzioni oppure anche il nostro appartamento, che magari ha un po’ di anni e con gli impianti che non sempre sono puntigliosamente “a norma”, dovrà essere certificato? E se non sarà dichiarato completamente a norma, quindi inquinante, ci saranno delle sanzioni? Verranno effettuate delle verifiche sugli immobili? I quesiti che la certificazione energetica lascia aperti sono tanti, ma in questi freddi tempi di caro-petrolio, di effetto serra e di surriscaldamento dell’ambiente, forse più che preoccuparci di certificare il nostro immobile dovremmo tutti quanti impegnarci a consumare di meno e meglio. D’altronde, il mondo delle fonti energetiche ecologiche e rinnovabili all’estero è già stato scoperto… ma in Italia? Come al solito, siamo in ritardo.

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