mancano le intelligenze… manca il coraggio della gente di innamorarsi di un progetto, manca l’incoscienza di lasciarsi andare alle emozioni, la gente è annoiata, impaurita. I media fanno di tutto per terrorizzare le persone, per incanalare le coscienze… bisognerebbe stare un po’ di più in silenzio e ritrovare le proprie idee. È ancora possibile farlo.”
     Come consideri il panorama musicale italiano contemporaneo, chi ti piace?
     “Mi piacciono molte cose, in particolare i Giardini di Mirò, Moltheni, i Fratelli Calafuria, gli Stoop (ovviamente) Deasonika… in generale in Italia lo stato di salute della creatività nel campo musicale è molto buono.”
     Con tutto il rispetto per questi artisti, possibile che l'Italia esporti solo la musica della Pausini, di Ramazzotti e di Bocelli?
     “I tre nomi che hai citato sono tre professionisti, possono piacere o meno, ma fanno il loro lavoro egregiamente e in qualche modo credo dimostrino che anche in Italia si possono fare le cose in grande… probabilmente si muovono in un ambito ‘più comodo’… la canzone melodica fa parte del nostro background culturale e in qualche modo credo sia più semplice da esportare rispetto ad altri generi musicali; un po’ come il reggae per i giamaicani o la salsa per i cubani. In merito al fatto che l’Italia esporti solo questo genere musicale, ti dico che non è affatto così, esistono un sacco di bands italiane, il più delle volte sconosciute da noi, che suonano e pubblicano dischi all’estero… spesso si tratta di progetti molto di settore, ma che comunque hanno buoni riscontri all’estero… il fenomeno Lacuna Coil poi la dice lunga sulle reali possibilità di esportazione della musica italiana. Io credo che gli artisti italiani in genere non abbiano alcunché da invidiare a quelli stranieri, anzi, in molti casi hanno più cose da insegnare.”
     Tu che hai fatto la gavetta nelle birrerie e nelle feste di piazza, cosa ne pensi dei talent show tipo “X-Factor”?
     “Credo che i modelli che la TV propone, in genere, non facciano bene alla musica e soprattutto ai giovani musicisti/artisti forniscono una visione distorta di quella che è la realtà. Il successo per un artista non deve essere lo scopo, lo scopo deve essere fare buona musica… se poi la musica è buona e l’artista sa fare il proprio mestiere la gente se ne accorge, certo, ci vuole più tempo e non è detto che succeda, ma il successo televisivo è effimero e nel 99% dei casi crea scompensi terribili. Inoltre c’è bisogno di riabituare il pubblico ad uscire di casa per andare ai concerti, in teatro, al cinema, mentre i talent show televisivi incollano la gente al divano; quindi ‘X-Factor’ non mi piace, lo trovo diseducativo e di una tristezza infinita… Sono sicuramente un modo veloce per monetizzare.

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