IL BEPI & THE PRISMAS AL SERASSI PER L'AVIS
                                  di Graziano Paolo Vavassori

     Anche se dirigo da quasi sei anni Infobergamo.it, con decine di migliaia di lettori, e tutti i giorni mi tengo aggiornato su ciò che accade attraverso i quotidiani, è vero, nello sport e nello spettacolo sono ignorante. In effetti, quando giungo alle pagine sport e spettacoli dei vari quotidiani bergamaschi scivolo velocemente in fondo, alla ultima pagina (pubblicitaria) e chiudo.
     Fin dalla nascita del mio mensile scelsi di evitare a priori questi temi in quanto accuratamente approfonditi da tutte le altre testate; volevo creare un’alternativa di cultura ed informazione, non un doppione sebbene mi avrebbe portato immediatamente più lettori. Sei anni di questa politica mi danno oggi ragione. Tuttavia, quando dei miei amici, per pura casualità, mi hanno parlato del Bepi e mi hanno consigliato di intervistarlo, mi sono sentito imbarazzato, perché non è un personaggio nato ieri… eppure io non sapevo chi fosse.
     Quando mi recai ad intervistare Tiziano Incani (il Bepi) avevo nella mia valigia già centinaia di buone e cattive opinioni di lui; in ogni caso, un buon giornalista, prima di scrivere un giudizio, verifica le fonti della notizia, mentre una persona con un minimo di intelligenza, non giudica dalle apparenze. La mia curiosità ha fatto il resto.
     Un conto è immaginare, ben altro è sapere con certezza. Dopo aver conosciuto Tiziano di persona, non più immaginavo, avevo ormai la conferma che dietro un grande successo di pubblico c’è una persona con fantasia, creatività e poesia; per inciso, queste tre qualità sono frutto esclusivo di intelligenza. E le cattive opinioni che altri giornalisti esprimono nei confronti del Bepi? Beh, l’invidia ritengo che sia il secondo male peggiore della terra, dopo l’avidità.
     Il Bepi non è un personaggio finito sotto i riflettori perché fa lo stupido o perché è amico o parente di qualcuno… lui si è creato il proprio successo pezzo dopo pezzo, come si fa quando si prepara una figura con il Domino, e se qualcuno cerca di “Bötàn zo ergü”, tac… inizia la catena di cadute di pedine che regalano l’emozione del gioco stesso. Per misurarne il successo non serve il numero di concerti fatti, nemmeno quello dei fans che ha, è la qualità dei suoi fans, bisogna entrare nel “bepiworld”. Variegati, affezionatissimi, i fans del Bepi non perdono un concerto e preparano tanti striscioni, perché sanno che lui li leggerà tutti. Sono giovani, anziani, adulti, bambini, insomma, sono di tutte le età.

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