impulso, nel bene e nel male, a tutto quello che ho fatto all'interno della musica. Perché mi è stata data la possibilità, che non capita a tutti, di fare ciò che volevo e di poter dire ‘datemi del tempo, vi porterò dei risultati perché sento che questo è il mio lavoro’. Un piccolo aneddoto: la prima chitarra l'ho comprata con le mance che mia nonna mi dava la domenica quando, dopo il pranzo, mi mettevo a suonare il pianoforte in casa sua. Insomma, fin da piccolo sono stato abituato a fare in modo che se volevo la mancia dovevo lavorare…”
     “Spesso si sentono i musicisti anche in televisione ringraziare i propri genitori, però, anche a costo di sembrare banale, penso che il supporto della mia famiglia abbia dato il ‘la’ a tutto perché crescere in una famiglia dove i genitori ascoltano musica e parlano solo di musica ti porta a viverla nella normalità e ti rende più consapevole di te stesso e alimenta in te quel fuoco interiore dell'essere artista musicista che poi trasmetti agli altri con una sicurezza tale per cui gli altri ti ascoltano con interesse e stupore dovuti al fatto che rimangono incuriositi dall'incontrare una persona giovane ma così sicura di sé, sicura ma non arrogante.”
     “Tra le persone che mi hanno sostenuto in questi anni, entrando magari in un ambito più tecnico, devo ringraziare sicuramente Stefano Albertini, dipendente della Ghisleri Strumenti Musicali, che è il mio consulente personale di strumenti musicali. Fu proprio a lui che mi rivolsi per comprare una ‘telecaster’ con le mance della nonna e, pur non avendo tutti i soldi per acquistarla, mi diede fiducia permettendomi di portare a casa lo strumento e pagarlo poi a rate. Da allora ho condiviso con lui tutte le esperienze in campo di strumenti.”
     “Un discorso a parte lo merita la dottoressa Maria Conforti, che devo assolutamente ringraziare, perché posso dire: ‘non fosse per lei non starei suonando oggi’; infatti, per raggiungere un determinato livello tecnico, ho avuto parecchi infortuni e ho superato momenti difficili. Lei, dopo vari specialisti, è stata l'unica persona che mi ha detto ‘non conosco la patologia, però voglio studiare il caso’. Il suo interesse, la sua voglia di applicarsi, la sua onestà intellettuale, mi hanno convinto che era la persona giusta per curarmi. Da allora ogni qualvolta devo curare tendiniti o piccoli traumi so di potermi rivolgere a lei e altrettanto fanno, dietro mio suggerimento, altri colleghi musicisti.”
     “La terza persona che voglio ringraziare, ma qui dovrei dilungarmi troppo per cui dico solo il nome, è Davide Rossi. Chi lo conosce sa benissimo quale è l'amicizia e la stima reciproca che ci legano essendo lui socio di tutte le mie iniziative musicali e pazzoidi, la persona che ha creduto fin dall'inizio in tutte le parole che ho detto o meglio, in tutti i progetti, in tutte le mie visioni che fanno parte anche del suo stile un po' bohemienne… e lui ci tiene a dire ‘un po' bohemienne’.”

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