necessariamente prevalente. Si vuole in sostanza cercare di circoscrivere il moltiplicarsi dell’edilizia sia residenziale sia commerciale per invertire la tendenza diffusa, a quanto si registra in altre città italiane ed in particolare in quelle del nord del Paese, di trasformare spazi dismessi in immense periferie omogenee; in questa prospettiva gli interventi sui terreni già occupati dalle ex fabbriche possono rappresentare l'occasione per assegnare loro un ruolo nuovo.
     Se da una parte, per ragioni storiche e sociali, è difficile immaginare o prevedere il ritorno all’industria pesante mantenendo l’originaria destinazione produttiva, dall’altra occorre prestare attenzione alla volontà di investire con precise finalità che entrano in conflitto con il territorio. Ad oggi si è prevalentemente assistito ad una costante riconversione di ex aree industriali o artigianali in grossi nuclei commerciali che ormai hanno eroso il territorio e non possono più fare affidamento su margini di espansione. Lo stesso discorso vale per altre realtà inflazionate, come banche e assicurazioni, che non possono più godere di spazi illimitati ed esclusivi.
     Gli spazi già recuperati e quelli recuperabili devono insomma adattarsi ad una filosofia che non sia solo quella del terziario e che scavalchi il pensiero comune frutto dell’equazione spazio uguale casa e/o destinazione commerciale. Bergamo, travolta al pari di altre realtà lombarde da elefantiache strutture commerciali, ha cercato, in qualche modo, di aggirare, seppur parzialmente, questa bolla speculativa realizzando, per esempio, la cittadella tecnologica, che oggi rappresenta una conquista territoriale di grande importanza e che si pone come l’emblema di un messaggio che chiama a raccolta forze propulsive che siano interessate ad investire in centri di ricerca, in università, in ampie aree verdi e più in generale in insediamenti che non siano solo espressione di consumismo.
     Il capoluogo orobico e la sua provincia sono il crocevia di intensi flussi di traffico sostenuti anche dalla presenza dell’aeroporto, il quale, come tutte le importanti infrastrutture, necessita di una serie di attività ad esso connesse, generatrici di indotto e sostenitrici di una microeconomia locale, che non possono limitarsi ai soli settori commerciali o residenziali non sufficientemente rappresentativi della realtà attuale. L’amministrazione cittadina, pur nella necessità di perseguire una volontà di modernizzazione, deve, invece, tramite tutte le forze istituzionali, economiche e sociali, saper ragionare ed indirizzare la propria espansione per non perdere le invidiabili caratteristiche urbanistiche e paesaggistiche e per preservare il proprio territorio dalla cementificazione a oltranza, cercando di recuperare i forti ritardi in tema di infrastrutture, rivolgendo attenzione alle nuove problematiche socio territoriali, ma prestando soprattutto massima attenzione alla qualità degli interventi in ambito urbano.

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