la sicurezza”, operative già dall’8 agosto grazie al decreto attuativo del Governo. L’assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo ha già annunciato che entro il prossimo autunno il progetto potrebbe essere effettivo e ciò dimostra come l’amministrazione intenda non lasciarsi scappare questa opportunità partendo dal presupposto che l’attività di volontariato si possa anche indirizzare in ambiti più specifici, come quello della sicurezza, valore che l’attuale giunta vuole evidentemente tutelare in quanto espressione del diritto della popolazione ad esigere una città sempre più vivibile e sicura.
     Il sindaco Tentorio, dal canto suo, rammenta che l’impiego dei volontari per la sicurezza rientrava nel programma elettorale e per onorare tale promessa l’amministrazione è pronta ad operare in stretto rapporto con il Prefetto, avvalendosi, secondo le indicazioni fornite dal Ministero, di soggetti adeguatamente addestrati ed iscritti a un albo specifico, disarmati, con requisiti idonei ed in servizio gratuito. L’opposizione, per voce dell’ex sindaco Roberto Bruni, assume, invece, una posizione contrapposta ed assai critica sull'arrivo dei militari in città. Bruni, che non ha mai fatto mistero dell’inutilità di un’iniziativa dallo stesso ritenuta più figlia di uno spot elettorale che di una reale necessità, poggia il proprio convincimento sul fatto che i numeri contrasterebbero ancora una volta con gli allarmi strillati dalla maggioranza fin dalla tambureggiante campagna elettorale, contestando al centrodestra l’atteggiamento propagandistico in materia di sicurezza. A detta di Bruni la presenza dei militari risulterebbe essere assolutamente inutile in quanto favorirebbe l’aumento della percezione di insicurezza dei cittadini quando, invece, occorrerebbe circoscrivere il divario tra l'insicurezza reale e quella percepita. Bruni tocca poi un argomento per la verità difficilmente criticabile, sostenendo come la repressione dei reati andrebbe garantita ed assicurata destinando risorse agli enti locali, aumentando il numero delle forze dell’ordine istituzionalmente preposte a vigilare e a reprimere la commissione dei reati e a sostenere l’apparato giudiziario anch’esso in fase di ridimensionamento degli organici. Quanto a disponibilità di mezzi e uomini, Bergamo, fatto ormai notorio, si pone sotto la media lombarda e ciò favorisce inevitabilmente l’assunzione di iniziative che diventano alternative o complementari al deficit cronico del personale di polizia.
     La verità sta probabilmente nel mezzo: se da una parte Bergamo, godendo del proprio status di città di provincia, circostanza che potrebbe anche escluderla dalla lista della sorveglianza militare, non patisce ancora e per fortuna i ben più gravi problemi delle aree metropolitane, dall’altra è anche vero che gli organici ridotti delle forze dell’ordine non possono che spingere le istituzioni, pur in mancanza di un vero allarme sociale, a garantire un apporto preventivo che sicuramente genera un effetto rassicurante per l’intera collettività.

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