CLANDESTINI: UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?
                                  di Pierluigi Piromalli

     Il Paese sta attraversando una fase storica nella quale è ostaggio di una classe politica i cui contrapposti schieramenti sono concentrati quasi esclusivamente a duellare per affermare le rispettive posizioni di influenza e per consolidare il consenso con l’elettorato, sempre piuttosto tiepido di fronte a sistemi di potere che poco hanno fatto dopo la “rivoluzione” di Tangentopoli. In questo contesto ove la crisi economica sta spingendo i detentori del potere a riconfigurare i meccanismi di un capitalismo che, nell’ultimo decennio, ha scavalcato l’economia reale in nome di una crescita per lo più fittizia, la politica nazionale cerca faticosamente di elaborare azioni coerenti nell’interesse di un Paese che si è perso nella ragnatela dei contrasti istituzionali. A risentire di questo clima non certo idilliaco sono anche le amministrazioni locali che, condizionate dalle appartenenze e dagli input del potere centrale, smarriscono spesso la strada della concretezza abbandonandosi a litigi da cortile e deprimendo le aspettative dei cittadini.
     Le falle di questo sistema, schiavo di logiche antistoriche e recalcitrante all’idea di modernizzare la nazione, inducono i rappresentanti della coalizione di governo a mantenere un basso profilo per quanto concerne le iniziative sollecitate, a gran voce, dalla collettività. A farne le spese è proprio quest’ultima, che è costretta a subire le distorte logiche politiche che perpetuano disservizi sul territorio ed omettono la necessaria attività di contrasto in particolar modo verso quei fenomeni maggiormente destabilizzanti quali la criminalità e la clandestinità. Proprio la questione della clandestinità rappresenta oggi un problema che sta assumendo connotati preoccupanti, visto che non passa giorno durante il quale i media non diano notizia di sbarchi sempre più massicci di stranieri sugli avamposti nazionali. L’isola di Lampedusa, ambita meta turistica estiva, è assurta ormai ai disonori delle cronache per questi inarrestabili flussi che non trovano ostacolo alcuno a livello istituzionale, checché ne dicano gli esponenti dell’intero Esecutivo, i quali non fanno altro che navigare controcorrente rispetto agli iniziali proclami elettorali sbandierati sotto il naso degli italiani.
     Il ministro dell’Interno, Maroni, meravigliato e scosso da questa congestione dei mari che fa apparire il canale di Sicilia come l’autostrada del Sole durante i grandi esodi di agosto, ha tuonato sdegnato urlando al mondo intero che coloro

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