tentativo di enfatizzare la notizia, ha reso stucchevole la cornice televisiva che ha sostenuto le immagini del dolore e della rovina.
I vari Santoro e Vespa, per esempio, hanno scelto, assecondando le proprie vocazioni giornalistiche ed il proprio stile, “castrista” il primo e compassato il secondo , di comunicare con gli spettatori, inducendo da una parte moti di ribellione di fronte alle presunte omissioni, colpe ed inerzie politico-amministrative e dall’altra offrendo un ampio concentrato di solidarietà cristiana per lo sconquasso colto dall’occhio neutro delle telecamere.
L’unico elemento di vera riflessione è che gli aquilani di città e provincia, avviati ad affrontare anni di disagi in attesa di una auspicabile e rapida ricostruzione, possano beneficiare, non appena le telecamere avranno esaurito la loro sacra missione narrativa, di una concreta ripianificazione territoriale confidando nella benevolenza della natura.
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