LA MUSICA PER LA CURA DELLA MENTE
di Enrico Caruso
|
|
“Dove c’è musica non può esserci il male”. Servantes annunciava così le qualità implicite della musica. In realtà, dove c’è musica c’è emozione e movimento inconscio. Ormai è un dato inconfutabile l’azione della musica sulla mente dell’uomo e sul suo corpo. Musica e canto hanno da sempre accompagnato l’uomo nella sua evoluzione filogenetica. La musica, sin da quando è nato l’uomo, è stata sempre utilizzata per manipolare lo stato emotivo. Le vibrazioni sonore condizionano la mente sia in senso positivo, potendo indurre stati maniacali, o in senso negativo, inducendo sensazioni depressive. Esempi di tal sorta sono rinvenibili nello “I-Doser”, musiche che vengono usate come droghe, oppure vi sono stili musicali che vengono usati per doparsi nell’attività sportiva: non è un caso che nell’ultima maratona di New York è stato vietato l’uso dell’ascolto della musica in cuffia. Con la musica sono state celebrate le più grandi guerre o, al contrario, la musica è stata sempre utilizzata per raggiungere i più alti gradi di elevazione spirituale, come nei mantra o nei canti gregoriani.
La nostra Psicoterapia con Musica agisce all’interno dello spazio del Sé, nella relazione tra “Io Es” e “Super Io”. Proprio in questo spazio intrapsichico si diramano i processi “immaginativi”. Con questa tecnica è possibile effettuare un percorso psicoterapico dipendente da:
1) percezioni interne (cenestesico-viscerale);
2) percezioni esterne (dimensione motoria, linguaggio verbale e mimico-posturale );
3) fantasie interne (desideri e paure);
4) relazioni affettive (qualità dei rapporti familiari ed extra-famigliari).
Partendo dal corpo, mediante un lavoro “musico-analitico”, si toccherà tutto ciò che riguarda il sintomo, il conflitto intrapsichico e l’area sociale. L’autonomia sociale coincide con il soddisfacimento dei propri obiettivi esistenziali, architettati in base ad un progetto di vita, che segna la separazione da un mondo infantile ed onnipotente, per proiettarsi verso un progetto creativo. Sulla base di un lavoro clinico ortodosso e sulla base di ricerche psicosomatiche (Balzarini - Cremona) e infine musicoterapiche; con il dottor Paolo Rossi abbiamo ricercato un nuovo indirizzo in psicosomatica che potesse “dinamizzare” in modo più approfondito, a livello immaginativo e corporeo, la relazione controtransferale, contro i “lacci” di un setting analitico-ortodosso. All’interno del setting psicoterapico con musica, quando le associazioni libere e le
|
|
|