“hortensis”, nella versione coltivata è forse uno dei funghi più consumato: il famosissimo Champignon. In natura cresce un po’ ovunque, soprattutto dove c’è terra grassa; tra maggio e novembre lo troviamo in crescita spontanea nei prati, nei giardini ed ai margini dei boschi. I francesi furono i primi che cercarono di coltivarlo, soprattutto nelle grotte. Ha il cappello bianco-crema, carne soda molto gustosa tendente al rosa quando si taglia, un sapore e un odore molto intenso e gradevole. Si può gustare in molti modi, sia cotto sia crudo, ed è il fungo preferito dagli italiani sulla pizza.
Altro fungo molto apprezzato è il porcino (nome botanico “Boletus edulis”). Il suo cappello può avere dimensioni notevoli, a volte fino a 20 cm, è di colore bruno-ocra ed è vellutato al tatto. Il tessuto sottostante è spugnoso, giallino negli esemplari giovani, verdastro in quelli più adulti. È un fungo simbionte, che cresce specialmente alle base di castagni e querce, mentre sinora, nonostante i numerosi tentativi, nessuno è mai riuscito a coltivarlo. Tra i porcini ce ne sono alcuni rinomati, quali quelli raccolti nel parmense, intorno a Borgotaro, i quali hanno ottenuto la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Il fungo “Cantahrellus cibarius”, più comunemente conosciuto con il nome di finferlo, giallino o gallinaccio, è un altro organismo simbionte che cresce nei boschi, sempre sulle piante di castagno, e che è molto apprezzato nella nostra cucina. Anch’esso non è coltivabile, ma si trova in crescita spontanea nei boschi di latifoglie e nelle pinete. Presenta un gambo cilindrico (fibroso al gusto) e cappello irregolare, giallo intenso con fitte lamelle che scendono sul gambo; la sua carne è soda e ha un sapore vagamente dolciastro: si consuma solo cotto ed è davvero ottimo come condimento per risotti.
Un'altra specie di fungo dal nome strano è il gelone, conosciuto anche come orecchioni o ostriconi (nome botanico Pleurotus ostreatus): è un fungo parassita e anch’esso generalmente cresce sui pioppi; il suo nome deriva dalla forma strana della sua cappella, che può ricordare un ostrica o la forma di un orecchio. È una specie rustica, resistente al gelo, tant’è che si può trovare anche in inverno. Ha il gambo corto, sodo e un cappello grigiastro a lamelle fitte, color crema. Il suo sapore è molto tenue, quasi dolce.
Come si consumano? Fritti, trifolati o alla griglia, la scelta della cottura è ampia. Appena raccolti vanno spazzolati delicatamente, strofinati con uno panno umido e privati delle parti eventualmente terrose o deteriorate. Importante: non bisogna lavarli sotto l’acqua corrente poiché rende le carni mollicce e vanno consumati al più presto, dopo averli conservati al massimo due giorni in