Il 3 novembre 1906, Sibilla Aleramo vide pubblicato per la prima volta il suo “Una donna”, romanzo fortemente autobiografico, il primo della storia italiana che si possa definire femminista. Figlia di un insegnante e di una casalinga, Rina Faccio (questo il vero nome della Aleramo) ebbe un'infanzia difficile, segnata dal matrimonio infelice dei genitori e dalla violenza subita, appena adolescente, nella fabbrica del padre. Costretta a sposare il suo aguzzino con nozze riparatrici, perse il bambino concepito durante l'abuso. La madre della Aleramo aveva già da tempo dato segni di instabilità mentale, culminati con un tentativo di suicidio: dopo questo episodio, venne internata, lasciando così i fratelli di Sibilla, già sposata, soli con il padre. Nacque il figlio della scrittrice, Walter: nonostante il profondo amore per la sua creatura, che traspare dalle pagine di “Una donna”, la Aleramo era invischiata in un matrimonio di certo non voluto, con un uomo violento e dispotico. Tentò quindi di suicidarsi con il laudano, ma venne salvata. Iniziò così una corrispondenza con alcune riviste femminili dell'epoca, per cui scriveva articoli. Dopo il trasferimento a Milano, le venne offerta la direzione della rivista “Italia femminile”. Poiché il marito le negava il consenso alla separazione, a meno che non avesse lasciato con lui il figlio, la scrittrice se ne andò di casa nel 1901; una decisione sofferta.
Iniziò una relazione con il poeta Damiani e poi una con lo scrittore Giovanni Cena. Nel 1906 pubblicò “Una donna”, il suo primo romanzo, in cui si firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo. La fine della storia con Cena segnò l'inizio di una fase di viaggi, che la portarono a vivere a Firenze, Milano, Roma e Parigi. In queste città conobbe alcuni grandi dell'epoca, tra cui Apollinaire, la Deledda, Papini, Boccioni. Non è un mistero che la Aleramo fosse bisessuale e che intrattenne svariate relazioni con intellettuali donne dell'epoca, tra cui la famosa attrice Eleonora Duse, ma fu durante la prima guerra mondiale che la scrittrice conobbe il suo grande amore, il poeta Dino Campana, esentato dal servizio militare ufficialmente per una nefrite, ma in realtà per un disturbo psichico che gli era stato diagnosticato già nel 1915. Nonostante l'immensa diversità di temperamenti e i problemi di Campana, la Aleramo ebbe con lui un'intensa relazione, che tuttavia finì dopo qualche tempo.
All'inizio degli anni Venti la Aleramo pubblicò la sua prima raccolta di poesie; sono gli anni del Fascismo e la scrittrice si schierò dapprima con i firmatari del Manifesto degli intellettuali contro il Fascismo, in seguito, tuttavia, dopo un