- le unità di Tahal durante l’offensiva aerea hanno sistematicamente preavvertito i cittadini di Gaza, che vivono nei pressi di un bersaglio, di allontanarsi [anche se penso non fosse facile, dati i numeri di abitanti e gli spazi];
     - che non c’é stato un blocco integrale agli aiuti umanitari, che gli ospedali israeliani curano anche i feriti palestinesi…
     Il nome dell’autore fa chiaramente risalire alla posizione israeliana anche se penso che un po’ di ragione ci possa essere: é difficile infatti che ci possa essere pace con chi incita ad una guerra santa già persa in partenza, all’odio. Secondo l’autore i peggiori nemici dei palestinesi sono quei dirigenti estremisti che non hanno mai voluto la pace, che hanno concepito il proprio popolo solo come

strumento di ostaggio, come “Kaled Mecaal” che … non sapeva far altro che esortare la propria “nazione”a “offrire il sangue di altri martiri” … dal suo confortevole esilio, ben nascosto a Damasco”.
     In ogni caso “ est denique limes”

dicevano i saggi latini: ci deve essere un limite nelle nostre azioni umane e, sinceramente, senza per altro concordare con il pluricontestato Santoro che fa quasi sempre della provocazione il suo successo mediatico, credo che la reazione israeliana sia stata un po’ troppo esagerata. A questo proposito basta leggere dal “Corriere della sera” del 20 gennaio [prima pagina e ripresa a pag 17 “Bilancio di 22 giorni di fuoco] l’articolo di Lorenzo Cremonesi da Jabalya, che descrive in modo crudo la rabbia, le carcasse e le case rase al suolo… “…I carri armati israeliani… hanno prima sparato contro la stalla, poi ci sono passati sopra, triturando sotto i loro cingoli bestie e cose… in giardino hanno preso a fucilate il cane, galline, oche e tre capre…” Il Cremonesi si chiede poi se la guerra segnerà la sconfitta di Hamas o se lo rafforzerà: solo in seguito lo sapremo dal momento che molti giovani urlano nelle piazze che Hamas li vendicherà. In un articolo successivo del 22 gennaio lo stesso autore intervista e si fa portavoce di tanta gente umile e impotente che si sentiva usata come scudi e apostrofato come traditore e collaborazionista di Israele. Riporta ancora virgolettato “…sapevano di essere molto più deboli. Ma volevano che sparassero sulle nostre case per accusarli poi di crimini di guerra…” Non sapremo mai la verità! D’altra parte il buon Manzoni dice che la ragione ed il torto non si tagliano mai con il coltello…
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