Innanzitutto, il contratto con la Novartis è stato stipulato in un momento di incertezza generale, in cui non si sapeva quale direzione avrebbe preso il virus. Il vaccino non era stato ancora approvato, infatti una clausola prevedeva che lo Stato versasse una cospicua cifra alla casa farmaceutica anche in caso di non approvazione. In secondo luogo, la distribuzione del vaccino è stata tardiva: sebbene sia stata anticipata rispetto ai piani iniziali, le dosi sono arrivate quando l’influenza aveva già raggiunto il picco. A quel punto molti lo hanno considerato inutile, anche dopo aver visto che l’influenza era molto meno grave di quanto annunciato. Il clima di dubbio e polemiche che ha accompagnato il vaccino ha fatto la parte del leone, spingendo le persone a non farne uso.
Fin qui i fatti. C’è chi ha sostenuto che le dosi di vaccino potessero essere minori, o che a essere minore dovesse essere il prezzo. Queste le opinioni, le quali non cambiano i fatti: scatole e scatole abbandonate nei depositi, ognuna delle quali costata 7 euro, e un fantasma che ha solo spaventato ma non si è fatto vedere.
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