LETTERA DI UN MALCAPITATO GIORNALISTA
A BORDO DI UN INTERCITY TRA MILANO E PAVIA

                                  di Diego Bianchi

     Gentile direttore, nel gran caos di questi giorni sul fronte treni, penso possa essere interessante considerare anche quanto avvenuto ieri sera (Martedì 22) lungo la linea Milano-Genova, a causa della neve e del ghiaccio che hanno paralizzato di fatto l’intera tratta ferroviaria. Faccio anch’io il giornalista e mi reco ogni giorno a Milano per lavoro, nella sede di RadioMonteCarlo, a poca distanza dalla Stazione Centrale. E come tutti i pendolari sono costretto a sopportare il malfunzionamento dei treni garantiti (o meno) da Trenitalia. E poco cambia se prendo un intercity o un regionale, il problema rimane. Ma ieri sera penso che si sia superato il limite.
     Ho condotto l’ultima edizione delle news delle 21 (dove tra l’altro ho dato notizie del gelo con ritardi dei treni e gli incidenti lungo la A 7 Milano-Genova al confine tra Liguria e Piemonte) e mi sono augurato, uscendo dalla sede: “Speriamo che tutto fili liscio e non succeda come stamane, quando ho trascorso due ore e mezza per raggiungere Milano da Voghera, con un treno proveniente dalla Liguria e arrivato con ben 5 ore di ritardo a destinazione”. Invece la legge di Murphy ha colpito ancora.
     Sono le 21,15, salgo su un Intercity Plus delle 19, quindi già in ritardo di ben 2 ore e 15 minuti, ma è il primo disponibile. Appena lasciata Milano Centrale, dopo un chilometro, il treno si ferma e trascorriamo una decina di minuti ad attendere l’arrivo di un controllore. Spunta all’improvviso e, in un italiano stentato, ci avvisa che abbiamo problemi al locomotore a causa del gelo ma che di lì a poco tutto si sarebbe risolto. Purtroppo non è così, perché tra Lambrate e Rogoredo le soste aumentano ma il controllore ripassa e ci “ritranquillizza”: “Guardate che il problema si fa più serio, abbiamo davanti anche due treni che sono nella nostra stessa situazione e purtroppo non possiamo fare altro che attendere”. Altri minuti che sembrano non trascorrere mai e lentamente ripartiamo. Ma prima di Certosa il locomotore tira l’ultimo flebile respiro. Ripassa il controllore e, cercando di essere ironico di fronte a viaggiatori al limite tra l’esausto e l’imbufalito, avvisa: “Voglio essere sincero con voi, qui ne avremo per delle ore”. Apriti cielo, già sei carrozze dietro di noi sono chiuse per il freddo, ci ammassano in quelle in testa al treno (così ci riscaldiamo, su consiglio di un altro ferroviere) ma attendiamo, attendiamo, attendiamo… e il locomotore non vuole dare proprio segnali di vita. Fino a quando il mitico controllore

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Milano, Pavia, Diego, Bianchi, Trenitalia, Disavventura, Caos, Neve, Disservizi, Bloccati, 22 dicembre, 2009